Oltre il Referendum. L’auspicio di Confeuro. Prossimo Governo punti sull’agricoltura

Rocco Tiso, presidente Confeuro

E’ difficile prevedere cosa accadrà nelle prossime settimane, ma di un fatto siamo assolutamente certi: il prossimo esecutivo dovrà ricominciare dal settore agroalimentare. A dichiararlo è il presidente di Confeuro Rocco Tiso.

tiso_2_3_1_1_2_3_1.jpgIn questi anni – continua Tiso – si sono accavallate infinite promesse di riforme per gli operatori del comparto agroalimentare, ma poco o nulla è stato fatto. I giovani sono ancora in attesa di agevolazioni significative per gestire e rendere fruttifera la terra; la filiera agroalimentare è costantemente intasata da passaggi inutili; il reddito agricolo è ai minimi storici; la superfici agricola coltivata continua a diminuire e i consumi interni stentano a riprendersi. E’ di tutto questo che vorremmo che il nuovo esecutivo tornasse a farsi carico, anche all’interno della prossima legge di Stabilità. Come Confeuro – conclude Tiso – siamo assolutamente convinti che l’agricoltura sia l’arma più potente di cui il Paese dispone per contrastare la crisi economica. Ci auguriamo soltanto che si scelga di usarla.

Tiso sul Referendum Con il referendum di ieri – aggiunge Tiso – è divenuto oramai chiaro come le tante organizzazioni della rappresentanza tradizionale che si sono spese per il SI’ non godano più di alcun riconoscimento da parte del proprio tessuto sociale. In queste settimane infatti – continua Tiso –, nonostante le dichiarazioni di alcuni sindacalisti del settore, abbiamo detto più volte che gli agricoltori si sarebbero espressi per il NO; e così è stato. Questo voto non ha solo seppellito un tentativo di riforma costituzionale mirato a sottrarre il potere di voto alla cittadinanza, ma ha anche decretato con chiarezza lo scollamento tra le tante strutture sindacali che hanno fatto della politica un mestiere e i loro iscritti. Il risultato di ieri – prosegue Tiso – non rappresenta la fine di un percorso, ma il suo inizio. Da questo momento infatti è essenziale che la politica torni a specchiarsi nei cittadini e a capire di cosa hanno bisogno per migliorare la propria vita. E quindi che torni ad interessarsi del come creare occupazione; ridurre le tasse e abbattere la burocrazia. Il governo supportato dai poteri forti ha perso. Ora è bene che il prossimo esecutivo si concentri sulle persone e che tutte quelle organizzazioni della rappresentanza tradizionale che si sono spese per questo referendum prendano atto di non avere più una base da sfruttare per poter giustificare le proprie poltrone.

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