Nobile esempio. Periti agrari, Montepulciano è modello di sostenibilità ambientale

vino-nobile-di-montepulciano_4.jpgUn territorio pienamente sostenibile a livello ambientale, che esprime un’eccellenza enologica assoluta, come il Vino Nobile.  E’ quanto sottolinea Lorenzo Benanti, presidente del Collegio nazionale dei Periti Agrari, in occasione del convegno “La sostenibilità del Vino Nobile di Montepulciano” in programma oggi a Roma, alla Sala del Cenacolo, della Camera dei Deputati.

L’esempio di Montepulciano Da alcuni anni un territorio intero ha intrapreso la strada della sostenibilità ambientale, grazie alla sinergia fra il Consorzio del Vino Nobile ed il Comune di Montepulciano, in collaborazione con l’Università Guglielmo Marconi di Roma. Il progetto Carbon Foot Print – attivato da qualche anno nella cittadina toscana – va a quantificare la performance ambientale del distretto del Vino Nobile di Montepulciano, valutando, da un lato, la quantità di CO2 emessa da una tipica bottiglia prodotta nella denominazione e attivando, dall’altro, una serie di misure per la riduzione o la compensazione delle emissioni nel ciclo di vita del Vino Nobile di Montepulciano con l’obiettivo ultimo di arrivare alla neutralità delle emissioni climalteranti entro il 2020.

Benanti: «Alle istituzioni chiediamo politiche adeguate per produzioni di eccellenza in un territorio sostenibile» Un territorio quello del Vino Nobile che sembra riassumere i principi della Carta di Barga, il documento finale dell’ultimo congresso nazionale dei Periti Agrari, che si è svolto nel mese di ottobre scorso. La ‘Carta’ si rivolge alle istituzioni chiedendo un intervento rispetto alla creazione di «adeguate politiche in grado di sostenere e difendere le produzioni agroalimentari di eccellenza – spiega Benanti -; impegnando i Periti agrari in un decalogo di best practices dedicato principalmente alle filiere agroalimentari. Fra queste, la valorizzazione della biodiversità delle specie animali e vegetali, la biodiversità agro-ambientale e la valenza culturale dei territori agricoli; e quindi la difesa e la promozione delle produzioni della filiera agricola secondo criteri di sicurezza alimentare. Nel futuro sarà sempre più necessario – conclude il presidente dei Periti Agrari – rappresentare l’elemento di unione tra produttori agricoli, cittadini, istituzioni nell’ambito delle normative e delle politiche agricole; portare sempre più produttori e consumatori a partecipare alle loro partecipazione alle pratiche di sostenibilità».

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