In Quaresima 1 italiano su 3 mangia più pesce (+30%). Al Sud vince la tradizione

Durante la Quaresima un italiano su tre mangia più pesce, con vendite che registrano un’impennata del 30% con punte del 50% nel fine settimana di Pasqua. Lo afferma Federcoopesca-Confcooperative, nel precisare che dopo le festività natalizie e le ferie estive, i quaranta giorni prima di Pasqua sono il terzo periodo dell’anno in cui gli italiani consumano più volentieri prodotti ittici, anche in osservanza all’usanza legata al venerdì di magro.

Il banco del pesce ad Eataly RomaTradizione La tradizione di mangiare solo proteine ittiche nel venerdì di Quaresima verrà rispettata in modo più marcato al Centro-sud (65%) più che al Nord (35%); in particolare dalle donne (55%) contro il 45% degli uomini e gli over sessanta (70%) rispetto ai più giovani (30%). Oggi la Chiesa cattolica suggerisce ma non obbliga l’astinenza dalla carne solo nei venerdì di Quaresima; in alternativa è consentito il consumo del pesce. Esistono delle eccezioni, ricorda l’associazione, per quanto riguarda le restrizioni alimentari di alcuni gruppi religiosi cristiani che continuano ad osservare i precetti alimentari della Bibbia. È il caso degli Avventisti, che seguono una dieta ovo-latteo-vegetariana e della Chiesa cristiano-ortodossa, per la quale il digiuno è il primo comandamento imposto.

Pesce e religioni Per i cristiano-ortodossi, in particolare, durante la Quaresima e dall’1 al 14 agosto, periodo del digiuno della Madre di Dio, si elimina anche il pesce; un prodotto che invece è ammesso nel digiuno dell’Avvento, in quello dei Santi Pietro e Paolo e tutti i giorni tranne il mercoledì e il venerdì. I frutti di mare, conclude la Federcoopesca, sono sempre ammessi in quanto, secondo gli antichi, non contengono sangue animale.

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