Casentino e Valtiberina. Il bosco è una risorsa da sfruttare

parco-foreste-casentinesi.jpgTra le principali linee d’azione previste dalla “strategia per le Aree Interne” riguardante Casentino e Valtiberina, un’area che ha vinto il bando come zona pilota del progetto per tutta la regione, vi è anche lo sviluppo di filiere economiche legate alle attività boschive (azione 3). Va precisato che le Unioni dei Comuni gestiscono per delega regionale le funzioni di gestione del sistema forestale.

Per questa azione le risorse destinate ai 17 Comuni dell’area, che occupa oltre 1.300 kmq, sono  quasi 720 mila euro. Ne beneficeranno i circa 66.500 residenti, garantendo loro un maggior accesso ai servizi e realizzando pratiche innovative di sviluppo locale. Il tutto per contrastare le dinamiche di abbandono delle popolazioni residenti, dando una prospettiva di sviluppo alle giovani generazioni per poter continuare a vivere nelle valli del Casentino e della Valtiberina.

In particolare l’Azione 3 intende sviluppare in modo sostenibile la risorsa bosco e la filiera legno, puntando a migliorare la gestione forestale, sostenere le imprese delle filiera e lavorare per migliorare la qualità dei prodotti legnosi. Interventi che si attuano attraverso due principali ambiti. Il  primo ambito agisce sul miglioramento del sistema viario in due diversi livelli, uno funzionale agli operatori e alle imprese del settore perché il miglioramento della viabilità permette l’utilizzo di materiali e attrezzature che consentono maggiori economicità di gestione; il secondo amplia le possibilità di fruizione del patrimonio forestale anche in termini di sviluppo turistico (interventi 3.1, 3.2). L’azione di recupero e ripristino riguarda sia le strade di montagna esistenti, per renderle adeguate alle esigenze di movimentazione dei mezzi e delle piazzole di servizio per svolgere attività intermedie (es. pulitura tronchi e rami, stoccaggio legnami, strutture antincendio, ecc.), sia i sentieri su cui progettare “cammini” ed itinerari per visitare il territorio e quali volani per il turismo.

Il secondo ambito riguarda la predisposizione di una pianificazione forestale associata (intervento 3.3) per consentire maggiori opportunità di sfruttamento della risorsa forestale sia questa di proprietà pubblica che privata. In quest’area d’intervento si registra l’importante contributo del lavoro immigrato nel settore forestale, infatti la maggior parte dei lavoratori forestali è da anni di origine straniera, soprattutto dei paesi balcanici e della ex Jugoslavia con esperienza propria pregressa nel settore. Malgrado siano presenti da molto tempo, il loro contributo rimane spesso a livello di mera forza lavoro con limitate evoluzioni professionali e imprenditoriali. Un maggiore e migliore coinvolgimento delle comunità di stranieri attivi nel settore forestale potrebbe permettere di sbloccare una serie di limitazioni alla gestione attuale delle foreste, migliorandone i benefici. In questo contesto la strategia si propone di sviluppate collaborazioni con la scuola e i centri di ricerca e formazione. L’azione, infatti, per come è configurata, presenta una serie di interconnessioni con gli interventi della strategia che agiscono in ambito formativo, in particolare l’intervento 2.7 “Officina del saper fare: Officina Capo d’Arno” e 2.8 “Attivazione IFTS”.

Riconducibile all’azione 3 è anche la costituzione di un servizio tecnico territoriale che coordini i soggetti proprietari (pubblici e privati) e gli enti gestori esistenti per produrre una certificazione forestale dei cinque complessi forestali demaniali e di cinque proprietà private; creare un marchio territoriale e un disciplinare di produzione forestale; realizzare attività formative per imprenditori, operatori e inoccupati del settore, in collaborazione con il centro formativo di Rincine (nel territorio dell’Unione dei Comuni della Valdisieve) e per realizzare un portale web dei prodotti boschivi.

Le due direttrici di sviluppo, promozione della multifunzionalità dell’agricoltura e del bosco, sono sostenute dalle azioni di intervento promosse nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2020 della Regione Toscana, quale strumento di programmazione cardine per sostenere lo sviluppo delle aree rurali e il sistema agricolo; del Piano Indirizzo Territoriale  (PIT), strumento fondamentale della pianificazione territoriale e paesaggistica della Regione Toscana. Infine, a valere su tutte le azioni della strategia assumono un ruolo fondamentale la programmazione operativa regionale dei fondi FESR 2014-2020 e FSE 2014-2020.

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