Spiagge inquinate. L’appello Confeuro: la tutela del Made in Italy passa anche dal paesaggio

«L’agricoltura e il turismo sono due settori diversi ma evidentemente connessi dal rapporto sinergico con il paesaggio e con le bellezze naturali; ed è anche per queste ragioni – dichiara in una nota il presidente nazionale Confeuro, Andrea Michele Tiso – che diviene ancor più doloroso apprendere, come avvenuto attraverso la stima realizzata dai ricercatori del dipartimento di chimica dell’Università di Pisa, della possibile presenza di quasi duemila tonnellate di microplastiche sulle spiagge italiane».

La ricerca Gli studi dell’Università di Pisa infatti parlano di circa 2.000 tonnellate di microplastiche che inquinano le spiagge. Studio svolto attraverso ricerche alle foci dei fiumi. «I rischi derivanti dalla presenza delle microplastiche – continua Tiso – sono molteplici e preoccupanti, e vanno dall’eventualità che divengano collettori di sostanze inquinanti alla loro possibile presenza all’interno degli animali che popolano i nostri mari. Questi fenomeni – prosegue – vanno contrastati con urgenza mediante interventi immediati e tempestivi, soprattutto in quelle spiagge pubbliche abbandonate dall’operato delle cattive amministrazioni locali e regionali e che, in più di qualche caso, vengono usate come discariche per eliminare i rifiuti presenti nelle spiagge private. Il nostro auspicio – conclude Tiso – è che il ministero dell’Agricoltura e del Turismo, in maniera armonica rispetto alle priorità agricole, intervenga quanto prima su questi temi e riesca nell’importante compito di difendere il made in Italy nella sua interezza».

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