Apicoltori Italia, il settore vale 150 milioni di euro. Crollo produzione del 50% in 2019 ed anche il 2020 sarà anno negativo

Sessantamila apicoltori e 1.500.000 alveari censiti, il 50% stanziali, il 50% nomadi, per una produzione che vale 150 milioni di euro e con l’Italia che detiene il record di oltre 50 varietà di miele. Il 66% degli apicoltori sono produttori in autoconsumo e detengono circa il 24% degli alveari, i restanti producono a fini economici; 1.800 aziende (il 3% del totale) hanno 150 o più alveari, ma detengono il 50% (750.000) del totale delle colonie censite. Numeri ai quali si aggiunge il prezioso servizio di impollinazione che le api forniscono alla flora spontanea ed alle colture, che vale il 70% della nostra agricoltura, produzioni di punta comprese, e un valore stimato di 2 miliardi di euro.

Ecco la fotografia dell’apicoltura professionale italiana che, dal 29 gennaio al 2 febbraio, sarà al Congresso nazionale del settore n. 36 in Toscana (Grosseto, Hotel e Centro Congressi Fattoria La Principina; info:  www.aapi.it ) promosso da Aapi-Associazione Apicoltori Professionisti Italiani, Unaapi-Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani e Arpat-Associazione Regionale Produttori Apistici Toscani, con il patrocinio della Regione Toscana.

In arrivo da tutta Italia e da Paesi come Francia, Usa e Canada, gli apicoltori professionisti si confronteranno al Congresso con il mondo delle istituzioni, dell’università e della ricerca  sui principali temi di interesse del settore, dal clima e gli effetti del cambiamento climatico alla crisi ambientale e la natura in affanno, contro cui lottano ogni giorno per salvare la vita delle api, sentinelle per eccellenza della salute del pianeta e della nostra, messe a dura prova anche dall’inquinamento ambientale dovuto a pratiche agricole scorrette, patologie e aggressori dell’alveare, ma che resistono grazie al lavoro di questi professionisti.

Uno scenario che nel 2019,  secondo un Report straordinario dell’Osservatorio Nazionale Miele,  ha visto ancora una volta crollare in Italia la produzione di miele, mediamente del 50% con punte del 70% in alcune regioni, e con previsioni che per il 2020 non sono buone. Una perdita produttiva con danni economici per gli apicoltori, alle prese anche con difficoltà di mercato dovute alla concorrenza sleale di mieli stranieri a basso prezzo ed adulterati, per affrontare le quali l’UNAAPI è impegnata nell’indispensabile messa a punto di nuovi strumenti e percorsi volti a riqualificare, sostenere e promuovere il miele italiano d’eccellenza.

Dal Congresso – realizzato con il patrocinio di Provincia di Grosseto e Comune di Grosseto, in collaborazione con l’Osservatorio, Ambasciatori dei Mieli, Conapi, Le Mura, Servizio Cultura e Turismo Comune di Grosseto, Accademia Veneto Lombarda-Analisi sensoriale degli alimenti e con il contributo di Cia-Agricoltori Italiani e Toscanamiele –  gli apicoltori avanzeranno le loro richieste alle istituzioni presenti, dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ai rappresentanti delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, con le associazioni di categoria, e  la necessità di strumenti straordinari per gestire il rischio produttivo ed affrontare la gravità della crisi del settore. Situazione difficile che ha visto  la Regione Toscana – dove gli apicoltori censiti sono 5.800, con 100.000 alveari presenti in anagrafe, equamente ripartiti tra stanziali e nomadi; il 65% sono produttori in autoconsumo e detengono il 15% degli alveari, mentre il restante 35% gestisce a fini produttivi l’85% del totale delle colonie – attivare un fondo microcredito agevolato per gli apicoltori, e  il Comune di Firenze firmare con Regione Toscana e Arpat un “Protocollo di intesa per la tutela delle api, dell’ambiente e degli apicoltori nel territorio comunale fiorentino”, a testimonianza concreta dell’attenzione delle Istituzioni nei confronti di questi temi.

Ma  si parlerà anche degli interessi del settore in sede Ue, a partire dalla richiesta di una nuova Pac post 2020 più sostenibile e con una maggiore attenzione alle api, vere testimoni e “termometri” della qualità ambientale, e agli apicoltori professionisti, promotori da sempre di un nuovo approccio ad un’agricoltura più rispettosa della salute dell’ambiente e reali custodi delle api e della loro importante funzione nel mantenimento della biodiversità.

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