Irriframe: così ANBI e CER rispondono alla siccità e al cambiamento climatico

PARMA – Dalla logica del risparmio idrico percentuale alla garanzia delle produzioni, con un incremento del Water Use Efficiency (la quantità di cibo prodotto con ciascun metro cubo di acqua irrigua) fino al 50%: sono i rilevanti dati sull’utilizzo di IRRIFRAME, progetto nato da ANBI (Associazione Nazionale Bonifiche Italiane) con il coordinamento tecnico-agronomico del CER (Consorzio per il Canale Emiliano Romagnolo) e alimentato da un modello di bilancio idrico finalizzato all’irrigazione delle colture che, grazie all’efficienza dell’uso dell’acqua della produttività (definita anche come efficienza dell’uso integrato dell’acqua) può considerarsi oggi la nuova frontiera del risparmio della risorsa acqua in agricoltura.

Gli importanti esiti sul sistema d’irrigazione (della cui gestione operativa e sviluppo informatico si occupa Agronica Group) sono stati illustrati da Gioele Chiari, ricercatore di Acqua Campus (laboratorio tecnico scientifico di ANBI-CER) ai membri del Comitato delle Regioni Europee di Bruxelles, nel corso della Conferenza sull’uso dell’acqua in agricoltura organizzata da AREFLH (Assemblea delle regioni europee dei prodotti orticoli e ortofrutticoli): per ANBI, CER e Regione ER l’occasione di presentare l’evoluzione e il consolidamento di un sistema che, nato in Emilia-Romagna come Irrinet e diffuso in tutta Italia dai consorzi di bonifica come IRRIFRAME, ha dimostrato di supportare la transizione verso un’agricoltura più sostenibile, anche sotto il profilo economico.

“Ragioni che ci hanno spinto a proporre oggi IRRIFRAME come servizio irriguo utile a favorire l’incremento della resilienza del sistema agricolo irriguo europeo a supporto degli agricoltori nell’uso razionale delle risorse – sottolinea Raffaella Zucaro, direttrice generale del CER e coordinatrice di ANBI ER –. Riteniamo che, in una fase dove l’incidenza del cambiamento climatico è, garantire la tutela del nostro agroalimentare favorendone la sostenibilità può rappresentare un valore per le produzioni d’eccellenza del Made in Italy”.

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