ROMA – Uno dei processi fondamentali per la conservazione e in taluni casi per il miglioramento del prodotto liquido è senza dubbio quello dell’imbottigliamento.
Un aspetto da non sottovalutare, mai, per ottenere la massima qualità. L’innovazione delle tecniche ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, rivoluzionando il modo in cui prodotti liquidi, come il vino, l’olio o il pomodoro vengono imbottigliati (approfondimenti a questo link), quindi conservati, ma anche birra e liquori. Questa evoluzione ha migliorato non solo, come detto, la qualità dei prodotti, ma anche la sostenibilità e l’efficienza del processo di imbottigliamento guardando all’ambiente da un lato, ma anche alla forza lavoro dall’altro.
Non solo quindi per quanto riguarda i materiali utilizzati per contenere, quindi le bottiglie da un lato, ma anche i tappi utilizzati, dal silicone per il vino, fino al tappo a vite a tenuta d’ossigeno per l’olio.
Soprattutto, tuttavia, è la tecnologia di imbottigliamento automatizzata ad aver fatto grandi progressi, grazie ad aziende Made in Italy che puntano su ricerca ed innovazione a vantaggio delle aziende produttrici. Le moderne linee di imbottigliamento sono altamente efficienti e possono imbottigliare migliaia di bottiglie al giorno con una precisione mai vista prima. Queste linee utilizzano sensori e sistemi di controllo avanzati per garantire che ogni bottiglia sia riempita e sigillata correttamente. Come nel caso del vino.
Infine, l’uso di tecnologie di tracciabilità e codifica ha migliorato la gestione della qualità e la sicurezza del prodotto imbottigliato. Le bottiglie in fase di riempimento possono essere dotate di codici QR o RFID che permettono ai produttori di monitorare il percorso del prodotto dal produttore al consumatore finale. Un sistema che ha aiutato molto anche in termini di controllo della contraffazione di prodotto.
Nello specifico la filiera dell’imbottigliamento ha tre tipi di macchinari. A partire da quelle più essenziali, ovvero le macchine riempitrici che sono le responsabili del riempimento delle bottiglie con il liquido. Possono essere di vari tipi, tra cui riempitrici a gravità, riempitrici a pressione e riempitrici a vuoto. Le riempitrici moderne utilizzano sensori avanzati per garantire che ogni bottiglia sia riempita alla giusta quantità, riducendo la presenza di ossigeno, riducendo gli sprechi e migliorando la precisione. Una volta riempita la bottiglia deve essere sigillata. Ecco allora che nella linea di imbottigliamento arriva la sigillatrice. Dai tappi di sughero per il vino ai tappi sintetici, tappi a vite o capsule per tutti gli altri prodotti. Le macchine sigillatrici automatizzate garantiscono una chiusura ermetica, prevenendo la contaminazione e la perdita del prodotto. L’ultima fase del processo di imbottigliamento è poi quella delle etichettatrici che possono lavorare su superfici frontali, posteriori e di collo con grande precisione. Queste macchine utilizzano tecnologie di visione artificiale per garantire che le etichette siano posizionate correttamente e siano prive di difetti.
Dalla mano dell’uomo all’intelligenza artificiale
Oggi le macchine per l’imbottigliamento sono diventate sempre più sofisticate, precise nel loro lavoro, ma anche sostenibili. Le moderne linee di imbottigliamento sono altamente automatizzate e spesso integrano robot per il trasporto e la manipolazione delle bottiglie. Questo riduce la necessità di intervento manuale, aumentando la velocità e la precisione del processo. Le macchine da imbottigliamento sono ormai dotate di sensori avanzati che monitorano ogni fase del processo: questi sensori rilevano eventuali anomalie e garantiscono che ogni bottiglia sia riempita, sigillata e etichettata correttamente. Infine, tema sempre più attuale, la sostenibilità. Le innovazioni nelle macchine da imbottigliamento includono infatti l’uso di materiali riciclabili e la riduzione del consumo energetico. Le macchine moderne sono progettate per essere più efficienti dal punto di vista energetico e per ridurre gli sprechi, contribuendo a un processo di produzione più sostenibile.
Non solo vino, ma anche il pomodoro
Pensando all’imbottigliamento il primo prodotto che balsa alla mente è sicuramente il vino, ma ci sono tantissimi altri prodotti che devono alla tecnologia di questa parte della filiera produttiva grandi miglioramenti in qualità e sostenibilità. È un esempio importante la filiera della salsa di pomodoro, di cui l’Italia è leader in produzione nel mondo.
L’imbottigliamento della salsa di pomodoro è un processo fondamentale nell’industria alimentare e svolge un ruolo cruciale nel preservare la freschezza e il sapore dei pomodori. Il processo di imbottigliamento consente di creare prodotti commerciali a lunga conservazione che possono essere distribuiti e utilizzati comodamente dai consumatori. La corretta conservazione e l’uso di macchinari specializzati sono fondamentali per mantenere la qualità del prodotto e prolungarne la shelf life.
Il processo di imbottigliamento della salsa di pomodoro di solito comprende diverse fasi chiave a partire dalla preparazione (approfondimento a questo link): i pomodori vengono lavati, sbucciati e triturati per ottenere la consistenza desiderata. C’è poi il processo di sterilizzazione nel quale la salsa di pomodoro viene sottoposta a un trattamento termico per eliminare batteri e altri microorganismi indesiderati. Il passaggio è quindi alla fase del riempimento: in questo momento la salsa di pomodoro sterilizzata viene inserita nelle bottiglie utilizzando macchinari di riempimento manuali o automatici. Questi macchinari consentono di controllare con precisione la quantità di salsa versata in ciascuna bottiglia, garantendo una corretta proporzione e riducendo gli sprechi.
Le fasi finali sono la tappatura con tappi ermetici per evitare la contaminazione e mantenere la freschezza della salsa di pomodoro e infine l’etichettatura e il confezionamento nel quale le bottiglie vengono etichettate con informazioni essenziali come il marchio, gli ingredienti e la data di scadenza.