Agrilevante. Africa nuova frontiera dell’agricoltura mondiale: formazione professionale in Ghana, Tunisia e Tanzania

BARI – La crescita demografica del continente africano, che entro il 2050 raggiungerà i 2,5 miliardi di abitanti, sta trasformando la sfida della sicurezza alimentare in una opportunità.

Recenti stime della Banca africana di sviluppo (AfDB) indicano che nei prossimi cinque anni il mercato agroalimentare in Africa triplicherà il proprio valore incrementando dagli attuali 280 a 1.000 miliardi di dollari. Per stare al passo con questi trend è necessario non soltanto puntare sullo sfruttamento di nuovi terreni – il 60% delle terre arabili non ancora messe a coltura si trova proprio in Africa – ma anche promuovere la razionalizzazione dei sistemi produttivi e delle filiere locali.

Questo il tema al centro del convegno intitolato “La nuova Africa: istruzione, formazione e addestramento per i tecnici dell’agricoltura e dell’agromeccanica”, che si è svolto nella giornata inaugurale di Agrilevante, la rassegna internazionale delle tecnologie agricole per il Mediterraneo, in svolgimento a Bari sino al 12 ottobre. L’incontro – al quale hanno preso parte Gianfranco Belgrano direttore della rivista Africa Affari e della casa editrice Internationalia, e Mariateresa Maschio, presidente di FederUnacoma – ha visto la presentazione di un nuovo progetto, promosso dall’associazione dei costruttori di macchine agricole e da Internationalia con l’obiettivo di analizzare i fabbisogni formativi del continente africano nel settore agricolo. I primi Paesi oggetto della ricerca sono Ghana, Tanzania e Tunisia, vale a dire i tre indicati come prioritari nel Piano Mattei.

“In un contesto come quello africano, dove i sistemi di istruzione sono caratterizzati da non pochi elementi problematici e da un elevato tasso di dispersione scolastica – ha spiegato il direttore di Internationalia – la formazione svolge un ruolo essenziale per soddisfare la domanda di nuove professionalità in un mercato in costante trasformazione, soprattutto nei comparti agricolo e agromeccanico”. Settori, questi, nei quali si aprono importanti prospettive di cooperazione tra industrie italiane e Paesi africani.

“Dalla progettazione di macchinari agricoli tecnologicamente avanzati alla realizzazione di sistemi di irrigazione ad alta precisione, dall’implementazione delle filiere sino al capacity building, le nostre aziende – ha affermato la presidente di FederUnacoma – possiedono un know how d’eccellenza che può rispondere alla domanda di formazione delle economie agricole africane”.

“Abbiamo deciso di iniziare il progetto con Tanzania, Tunisia e Ghana perché – ha aggiunto Gianfranco Belgrano – si tratta di Paesi a forte vocazione agricola, che presentano sistemi scolastici strutturati e che pertanto possono avviare già ora programmi di collaborazione con le aziende italiane”.

La cooperazione nel campo della formazione conta già esperienze importanti a livello universitario e post-universitario – è stato spiegato nel corso dell’incontro – ma non è stata ancora pensata a livello di scuole tecniche e agrarie, che sono invece fondamentali per la formazione di tecnici della meccanica agricola e che sono il “target” specifico della nuova iniziativa.

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