Nei giorni scorsi è terminato con tre condanne il processo che ha visto coinvolti altrettanti imprenditori impegnati nel falsare prestigiosi champagne e rinomati vini doc piemontesi attraverso etichette contraffatte e marchi alterati. La scoperta dell’attività criminosa risale al novembre 2008 quando gli uffici antisofisticazioni vinicole delle province piemontesi, con a capo il funzionario regionale Enrico Zola, in seguito ad un sopralluogo presso la cascina Sant’Antonio di Guarene, portarono alla luce l’attività illecita: l’ispezione rivelò la presenza non solo di bottiglie modificate, ma un’ingente mole di materiale e strumenti utili per contraffare professionalmente prodotti vinicoli: tappi, etichette di ogni genere, confezioni. Oltre al sequestro di tale attrezzatura, si è proceduto alla confisca delle oltre 1000 bottiglie presenti in sede pronte al consumo.
Il commentodell’assessore all’Agricoltura Claudio Sacchetto – Una vera e propria organizzazione professionale che, oltre ad ingannare gli ignari clienti, ha concorso illegalmente con gli onesti produttori di eccellenze vitivinicole sparsi sul territorio piemontese. “Non posso che esprimere la massima soddisfazione per l’intervento operato dai servizi antisofisticazioni vinicole e coordinato dal Dottor Enrico Zola – ha detto l’assessore regionale del Veneto all’agricoltura, Sacchetto -. Stiamo lavorando per elaborare un sistema equilibrato che da un lato eviti controlli vessatori nei confronti delle aziende agricole e limiti gli oneri burocratici, ma dall’altro lato cerchiamo di rendere maggiormente efficace la scoperta di frodi e attività illecite che danneggiano il comparto agricolo piemontese”.