Vendemmia 2025 in Veneto: Uve in ottime condizioni e situazione sanitaria sotto controllo

VENEZIA – Uve in ottime condizioni e situazione sanitaria sotto controllo: la vendemmia 2025 in Veneto si prospetta tra le migliori degli ultimi anni.

Questo è quanto emerso dal secondo incontro della 51° edizione del Trittico Vitivinicolo Veneto, tenutosi nella mattinata di venerdì 22 agosto, in modalità online, con la partecipazione dell’Assessore regionale all’Agricoltura Federico Caner, del direttore di Veneto Agricoltura Nicola Dell’Acqua e del direttore del CREA di Conegliano Riccardo Velasco.

L’evento, organizzato da Regione del Veneto e Veneto Agricoltura in collaborazione con CREA, ARPAV e AVEPA, ha fornito agli operatori del settore un quadro previsionale sulla vendemmia che sta iniziando, con particolari approfondimenti sui livelli di produzione attesa e sulla qualità dell’uva che andrà a costituire i pregiati vini veneti.

I dati previsionali del Veneto, presentati da Patrick Marcuzzo del CREA, lasciano ben sperare: rispetto al 2024, quando sono stati prodotti 1.374.400 di tonnellate d’uva, sono attese circa 100.000 tonnellate in più.

Nel 2025, infatti, i danni provocati dalla peronospora sono stati molto più contenuti, mentre le perdite causate dalla grandine si sono pressoché equivalse a quelle del 2024. Inoltre, il meteo estivo, analizzato da Fabio Zecchini dell’ARPAV, non ha inciso negativamente: seppur il 2025 sia stato tra le annate più calde degli ultimi settant’anni e le ondate di calore di giugno ed agosto si siano rivelate particolarmente durature ed intense, un luglio dagli impulsi freschi e da precipitazioni record (è stato il 2° luglio più piovoso in Veneto dopo il 2014) ha riequilibrato la situazione.

In questo contesto, i livelli di fertilità si sono innalzati e il peso degli acini d’uva è mediamente cresciuto in confronto a quello dell’anno scorso. Le varietà d’uva più rinomate si presentano così in condizioni ottimali e, sul fronte della resa produttiva, appaiono, in media, tutte in leggero aumento.

Più nel dettaglio, i dati elaborati dall’Osservatorio Economico Agroalimentare di Veneto Agricoltura, evidenziano variazioni a seconda della provincia. Se Belluno sarà sostanzialmente in linea con il 2024 (+1%), su Padova e Rovigo si prevede un incremento fino al +10% per Glera, Pinot grigio, Merlot e Cabernet. Stabile anche la produzione a Treviso, con eccezione del Pinot grigio (+2%) e della Glera (-3%), vitigno che invece cresce nel Veneziano (+5%) assieme allo Chardonnay (+3%), mentre cala il Pinot grigio (-3%). Per Vicenza e Verona sarà un’annata particolarmente positiva, con aumenti fino al +15% per Merlot e +10% per Corvinone e Garganega.

“Nonostante questa stagione sia stata caratterizzata da una certa piovosità e da temperature sopra la media” ha commentato l’Assessore Caner “siamo riusciti a gestire i nostri vigneti in maniera ottimale. Lo confermano le prospettive di produzione, le quali, sia a livello quantitativo che qualitativo, sono più che buone: ci aspetta una vendemmia importante. L’unica preoccupazione è legata al contesto internazionale, vista la conferma dei dazi da parte degli Stati Uniti, ma il Veneto è perfettamente in grado di gestire quest’aumento. A tal proposito, stiamo guardando con grande attenzione al pacchetto vino dell’Unione Europea: si tratta di uno strumento che ci potrà dare una mano a contrastare le conseguenze legate ai dazi. Inoltre, quello americano non è l’unico mercato esistente: esorto sempre i nostri produttori a ricercare anche nuove opportunità altrove, perché, nel contesto attuale, aprire ulteriori frontiere può regalare grosse soddisfazioni”.

Il secondo incontro del Trittico Vitivinicolo è, inoltre, servito per stimolare un confronto diretto con le altre regioni vitivinicole italiane ed estere, grazie alla riproduzione di contributi video in cui operatori di Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Puglia, Sicilia, Francia e Spagna hanno proposto le previsioni vendemmiali nelle rispettive aree geografiche.

In generale, la situazione italiana è parsa positiva, con l’unico punto di domanda legato ai dazi e allo smaltimento delle scorte a fronte degli incrementi di produzione.

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