Peperoncino: import in aumento nel 2014

Nel 2013, in Italia, sono stati spesi circa 6 milioni di euro per importare peperoncino, sia fresco sia essiccato e nei primi sei mesi del 2014 tale spesa ha già superato i 4,4 milionidi euro (+44% rispetto al primo semestre 2013), essenzialmente grazie all’incremento delle importazioni di prodotto fresco.
Per quanto riguarda il prodotto essiccato, soprattutto triturato o polverizzato, nei primi sei mesi del 2014, l’Italia ne ha importato circa 900 tonnellate (+7% rispetto al primo semestre 2013). L’esborso per tali forniture è ammontato a circa 2,3 milioni di euro (+4%). I principali mercati di approvvigionamento sono costituiti da importanti aree di produzione quali India (40% delle importazioni in volume), Spagna (22%) e Cina (16%), ma le forniture avvengono anche tramite paesi che non hanno una produzione propria ma in cui il prodotto transita prima di arrivare sul mercato italiano come ad esempio Paesi Bassi (9%) e Germania (4%).

Fresco – Relativamente al prodotto fresco, nel primo semestre del 2014, le importazioni hanno superato le esportazioni di circa 600 tonnellate ed in termini di valore il deficit è stato di circa 300mila euro.
Nel periodo in esame, le importazioni italiane di peperoncino fresco sono ammontate a 1.806 tonnellate, un quantitativo triplo rispetto al primo semestre del 2013. Il costo per l’approvvigionamento ha superato quota 2milioni e 100mila euro. La Spagna è il principale mercato di approvvigionamento del prodotto fresco con una quota in volume del 52%. A seguire Francia e Paesi Bassi, rispettivamente con il 28% e l’11%. Nel complesso, questi tre paesi hanno coperto il 91% delle importazioni italiane. Trai paesi extra Ue spiccano le importazioni da Pakistan (4%), Bangladesh (2%), Israele (0,8%) e Tailandia (0,5%). Per quanto concerne le esportazioni, nel primo semestre 2014, sono ammontate ad oltre 1.200 tonnellate, sei volte i quantitativi spediti nello stesso periodo del 2013. Gli incassi sono stati pari a circa 1,8 milioni di euro. I Paesi Bassi sono il principale mercato di sbocco, infatti, nell’arco temporale esaminato hanno concentrato il 73%dei volumi spediti dall’Italia.

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