L’irrigazione in Toscana: il quadro della situazione

L’irrigazione rappresenta in Toscana un elemento indispensabile a supporto di produzioni di qualità, in taluni casi ad alto reddito, alle quali corrisponde un elevato livello di professionalità dell’imprenditoria agricola. Le coltivazioni floro-vivaistiche e  gli ortaggi sono in questo senso le produzioni di eccellenza dell’agricoltura irrigua toscana,  per le quali sono necessarie risorse idriche  di buona qualità e con scarsa salinità. Le aree di coltivazione di questi prodotti sono per lo più ubicate nella fascia costiera (Versilia e Val di Cornia, Pianura grossetana ) e nelle pianure interne (Area Pistoia e Val di Nievole).  La superficie irrigata in Toscana, è di  47.286 ettari e  corrisponde al 6 % della superficie agraria utilizzata. Le aziende che praticano l’irrigazione sono oltre 24.000, ma l’incidenza della superficie irrigata  è  inferiore sia  alla media nazionale,  che a quella dell’Italia centrale, con una correlata minore incidenza dell’utilizzo idrico per fini   agricoli sul bilancio idrico complessivo.

Le attività dell’ARSIA. I centri dimostrativi e le collaborazioni attivate.

I protocolli d’intesa con Cispel e con Urbat, Uncem e organizzazioni agricole L’Arsia  ha attivato negli ultimi anni, con la collaborazione delle Università di Pisa e di Firenze, una serie di iniziative di collaudo e di divulgazione presso tre Centri dimostrativi per l’irrigazione (in provincia di Grosseto, Livorno e Arezzo), per la diffusione di tecnologie innovative finalizzate al risparmio idrico e all’utilizzo di risorse alternative (acque reflue).
Le attività  condotte per la rilevazione dei  fabbisogni idrici delle principali colture  toscane e l’attivazione di servizi innovativi alle aziende,  anche per via telematica,  hanno già fornito al mondo agricolo toscano il supporto  per l’ottimizzazione dell’irrigazione. Nel settore dell’impiantistica, in collaborazione con il Laboratorio Nazionale dell’Irrigazione (che ha sede proprio in Toscana, a Pisa), sono stati inoltre realizzati  strumenti per  il miglioramento dell’efficienza irrigua (fra questi un software "Ve.Pro.L.G.", che consente di rilevare  anomalie suggerisce le modifiche da apportare su impianti di irrigazione a goccia). L’Arsia ha inoltre condotto fin dal 1998 una sperimentazione sull’ utilizzo irriguo delle acque reflue in uscita dagli impianti civili di depurazione,  che ha premesso di verificare  la compatibilità agronomica, ambientale e igienico-sanitaria di questi reflui per l’irrigazione. La situazione tuttavia  impone di concentrare ulteriormente  gli sforzi verso un maggiore utilizzo di tecnologie e una migliore  razionalizzazione dei prelievi, soprattutto nelle aree dove la concomitante presenza di attività produttive  e di insediamenti abitativi, in particolare soggetti ad afflusso turistico, determina difficoltà negli approvvigionamenti
Per questo l’Arsia ha bandito nel 2003 un progetto intitolato  "Razionalizzazione degli impieghi irrigui per la gestione sostenibile delle risorse idriche regionali " che  sarà avviato quest’anno.
L’Arsia inoltre,  su incarico ed in collaborazione  con vari dipartimenti della Regione,  ha già realizzato  una Banca dati degli Invasi Idrici della Toscana e partecipa alla ricognizione dello stato di manutenzione dei laghetti collinari sparsi sul territorio, allo scopo di verificare le dotazioni idriche disponibili per fronteggiare eventuali situazioni di emergenza. L’agenzia inoltre, con il lavoro condotto sui fabbisogni idrici delle aree irrigue toscane finalizzato all’impiego dei reflui, ha contribuito a realizzare un primo  sistema informativo territoriale sulla gestione delle risorse  per l’irrigazione, che si è rivelato utile agli  Enti pubblici  per la redazione dei bilanci idrici.
La complessità della materia sulle risorse idriche, sia da un punto di vista conoscitivo che gestionale, impone  una stretta concertazione territoriale di tutte le strutture coinvolte ai vari livelli. L’Arsia opera in un rapporto di sinergia  con gli altri soggetti impegnati  nella gestione del ciclo delle acque (Regione, Province, Comuni, Autorità di Bacino, ATO,  Consorzi di Bonifica) e proprio in questa ottica di coordinamento e integrazione rientrano i due recenti protocolli d’intesa siglati rispettivamente con Cispel e con Urbat, Uncem e organizzazioni professionali agricole.
L’obiettivo è quello di promuovere  modelli gestionali capaci di  razionalizzare l’uso delle risorse e di tenere sotto controllo la situazione con una rete di informazione e monitoraggio adeguata alla complessità della tematica idrica.

 

Franco Cervelin

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