L’agriturismo torna a sorridere. Parola di Hausmann

Aumentare e diversificare l’offerta per proseguire e migliorare il trend di crescita rispetto ai dati degli ultimi due anni. Torna a splendere il sole sull’agriturismo italiano. Non il bagliore accecante degli anni del boom del settore, ma una ripresa netta e decisa dopo un paio di stagioni, ormai alle spalle, di flessione. E’ quanto afferma – a agricultura.it – Carlo Hausmann, coordinatore tecnico di Anagritur, il consorzio che riunisce le tre associazioni dell’agriturismo italiano (Agriturist, Terranostra e Turismo Verde).

Dunque, Hausmann, quale è dell’attuale fotografia del agriturismo-Italia?
La situazione è sicuramente più positiva rispetto al 2003 – dice Hausmann a agricultura.it –, possiamo registrare una nuova crescita del settore legata anche alla ripresa del turismo. Non è un boom, sia chiaro, ma una crescita lenta, graduale ma molto solida. Si consolida la domanda interna, che anche negli ultimi anni di calo non aveva mai “tradito” l’agriturismo; e poi stanno tornando gli stranieri, una componente molto molto importante per ridare il segno più al settore.

Una congiuntura positiva ancora a macchia di leopardo, o una crescita spalmata in tutta la penisola? Il fatto nuovo che da maggiore significato alla ripresa è proprio che la crescita riguarda un po’ tutta Italia. Si confermano le mete agrituristiche tradizionali, Toscana e Umbria, ma contemporaneamente si rafforzano altre regioni del centro, Abruzzo, Marche, Lazio e da sottolineare la fondamentale crescita di tutto il Sud. Un meridione partito in forte ritardo, ma che adesso sta andando bene. Non c’è più soltanto l’agriturismo in riva al mare; ormai il mercato si spinge anche nelle aree interne.

E la ricetta per continuare la scalata?
E’ necessario puntare su un aumento e diversificazione dell’offerta, indubbiamente. Prendiamo la Maremma come esempio. La provincia di Grosseto è ormai la prima in Italia come numero di strutture, ma sono praticamente molto simili. Bisogna quindi continuare a lavorare per offrire all’agriturista la possibilità di scegliere proponendo differenti soluzioni anche nello stesso territorio.

Quali, se ci sono, le differenze di un agriturismo in Valtellina piuttosto che nella Murgia pugliese, o nella campagna senese?
Esistono oggi in Italia quattro modelli distinti di agriturismo. Il primo è il modello dell’Italia centrale, è il modello più evoluto, che offre una consolidata ospitalità in campagna, con pacchetti settimanali e con protti agricoli dell’azienda stessa.
Poi c’è il modello presente in tutto il Nord Italia, dal Piemonte al Friuli passando per la Pianura. In quest’area vasta si è puntato da sempre sulla ristorazione con prodotti propri, ora si inizia ad offrire in modo più incisiva anche l‘ospitalità. Il terzo modello è quello del turismo balnere, che riguarda principalmente il Sud, ed ha sempre avuto l’handicap della stagione corta. Adesso ci si sposta almeno venti, renta chilometri all’inetrno, ed inoltre le aziende si stanno avvicinando ai modelli uno e due. C’è infine il modello che riguarda le zone montane vicine ai Parchi, con aziende basate sul bed&breakfast che oggi lavorano concretamente per allargare l’offerta.

A livello normativo ci sono novità?
Non ancora, si aspetta che si sblocchi la nuova legge nazionale, siamo fermi al 2001.

L’agriturismo italiano deve temere la concorrenza estera? Quale è la situazione oltreconfine e nei nuovi Paesi Ue in particolare?
Non credo che il settore abbia una concorrenza in senso classico. Non c’è un tedesco o americano che viene in Italia esclusivamente per andare in agriturismo. Viene per gustare un piatto tipico, per visitare un museo, magari soggiornando in agriturismo. All’estero le realtà a noi più simili sono la Francia (con numeri dieci volte più grandi dell’Italia), la Spagna e il Belgio. Nei paesi che sono entrati nell’Unione di recente, non esiste un modello agrituristico simile a quello italiano; ci sono invece esempi di turismo rurale, molto più commerciali rispetto all’Italia.  

Dopo due edizioni (la terza si terrà ad Arezzo dal 19 al 21 novembre 2004) si è ormai affermata la rassegna AgrieTour l’unica fiera in Italia interamente dedicata all’agriturismo. Quale è il ruolo della manifestazione?
AgrieTour 
è fondamentale per raggiungere il mercato; rappresenta il momento per lavorare con i tour operator, su questo sta puntando la rassegna aretina. Per la prossima edizione ci saranno due borse turistiche riservate all’offerta agrituristica italiana, la prima che vedrà presente la domanda estera (con 60 tour operator specializzati provenienti da tutto il mondo), e la domanda italiana con agenzie di viaggio che si dedicano alle vacanze in campagna. Inoltre importanti novità per l’enogastronomia, con un festival gastronomico più strutturato – ci sarà il primo campionato italiano di cucina contadina -; e la parte delle fattorie didattiche, sempre più spesso parte integrante delle aziende agrituristiche italiane.

 

Lorenzo Benocci

 

Nella foto Carlo Hausmann

 

 

 

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