Miele, liquido è meglio. L’identikit del consumatore italiano

Liquido e d’acacia è il miele che piace. E’ la preferenza della maggior parte di consumatori di miele in Italia che prediligono il prodotto liquido (47%), rispetto al 19% che lo gradisce solido. Lo rileva una ricerca dell’ Unaapi, l’Unione nazionale associazioni apicoltori italiani, che ha come obiettivo quello di tracciare un identikit del consumatore di
miele indagandone l’atteggiamento verso il prodotto e le marche,
il comportamento di acquisto e le modalita’ di consumo. Il primo
dato che emerge dalla ricerca che verra’ presentata nel corso della Settimana del miele di Montalcino in programma dall’ 8 al 10 settembre, e’ che i consumatori occasionali sono
sensibilmente superiori a quelli regolari, rispettivamente il 57% contro il 43%. La varieta’ preferita è l’acacia che piace al 37% degli intervistati, seguita dal millefiori (29%) e dal castagno (10%).
Sorprende il risultato del girasole, gradito a circa il 7% del campione. Meno diffusi agrumi, tiglio, melata, eucalipto e altri, tutti oscillanti tra l’1 e il 3% delle preferenze. E la marca? Non e’ poi cosi’ importante. Solo il 21% degli intervistati ne ricorda almeno una. Si preferisce consumarlo come dolcificante nelle bevande, nel latte e caffelatte a
colazione per il 29%, nel caffe’ per il 13%, nel te’ e nelle tisane per 8% degli intervistati. Il 26% dei consumatori lo spalma sul pane, il 15% lo mangia a cucchiaiate, il 5% lo utilizza come ingrediente per i dolci e il restante 4% si ingegna a mangiarlo con yogurt, formaggi, frappe’ e persino a metterlo nel biberon dei bambini. La presenza di giovani consumatori in famiglia fa salire fino al 50% il consumo di
miele solido mentre il formato preferito e’ quello del vasetto
da 500 grammi. Come luogo di acquisto i consumatori si orientano verso le grandi superfici (41% tra ipermercati e supermercati), ma c’e’
un 29% che preferisce acquistare il miele direttamente dall’apicoltore. L’11% degli acquirenti si rivolge al negozio di quartiere, il 4% all’erboristeria, il 7% al mercatino, il 6% al discount e il restante 2% a negozi specializzati, grossisti,
fiere e negozi di prodotti equo-solidali. Scarsa importanza
nella scelta del miele viene data al Paese di provenienza, al prezzo e all’origine biologica. Un quarto del campione non ha saputo indicare alcun fattore decisivo di acquisto. Quanto alla percezione del prodotto, dalla ricerca risulta che il 61% ritiene che il miele in commercio non sia sempre del tutto naturale e che subisca, talvolta, dei processi
industriali. Non si rileva, poi, molta attenzione da parte del consumatore a scegliere miele made in Italy visto che solo il 32% degli intervistati, al momento dell’acquisto, cerca di
conoscere il Paese di provenienza. Il 60% di chi controlla dichiara che se ne accerta leggendo l’etichetta, il 32% lo chiede al negoziante o al venditore e l’8% da per scontato che
il miele sia italiano. Le persone giovani comunque prestano piu’
attenzione alle etichette, mentre gli uomini che non leggono per niente le etichette (56%) sono piu’ numerosi delle donne (40%). Ma perche’ si compra il miele? Il 22% del campione ha risposto che e’ per le sue proprieta’ terapeutiche, il 20% per
il buon sapore, il 19% per gli effetti positivi sulla salute e il 18% perche’ e’ un prodotto naturale. Gli unici difetti sono le troppe calorie e il costo elevato.

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