Ceck up montagna, risorse per servizi e innovazione

Montagna, risorsa fondamentale e centrale per la Toscana. E alla montagna la Regione Toscana ha dedicato la due-giorni che si è chiusa quest’oggi all’abbazia di Vallombrosa, nella montagna fiorentina, realizzata in collaborazione con Uncem Toscana.
E tra i risultati dei lavori la presentazione del documento preliminare sullo sviluppo delle aree montane contenente le linee guida per lo sviluppo attraverso strategie coordinate tra gli enti pubblici: competitività del sistema montano, tutela dell’ecosistema, promozione della qualità della vita e dei servizi in montagna. “E’ necessario – ha sottolineato l’assessore regionale all’agricoltura Susanna Cenni nel suo intervento – che le aree montane dimostrino innanzitutto la capacità di saper investire in innovazione tecnologica, e anche che si aprano alle nuove frontiere colturali (per esempio con la grande partita delle agrienergie) ma che allo stesso tempo tutte le azioni siano basate su una estrema attenzione per il loro bene primario, l’ambiente”.
“Ma la partita decisiva – ha aggiunto – si gioca nella capacità di tenere insieme gli altri due aspetti: la competitività sui mercati e il presidio del territorio. L’una è necessaria al mantenimento dell’altro: ed è in questa capacità di mantenere e rilanciare una serie di attività di impresa, di piccole dimensioni, interagendo in maniera dinamica con il proprio ambiente, con il proprio paesaggio che la Toscana deve continuare a trovare il suo specifico modello di crescita”.
L’assessore ha ricordato come questa filosofia sia alla base dei due principali strumenti di programmazione rurale e forestale che riguardano le aree montane: il piano forestale (approvato a dicembre) e il piano di sviluppo rurale, che sta completando il suo iter con il passaggio alla Commissione europea. “Per sottolineare il valore che questi strumenti attribuiscono alla montagna vorrei ricordare come il precedente piano rurale abbia attribuito ben il 27% delle sue risorse a queste aree. Anche questo piano permetterà forti incentivi alle attività rurali in queste aree ma sarà necessario anche accettare stimoli nuovi: per esempio occorrerà spingersi a fondo sulla scelta di aggregare le energie, di fare sistema  nell’ambito della stessa filiera produttiva”.
Soddisfazione è stata espressa dalla Cia Toscana per la presentazione del Documento Preliminare: "Un documento sicuramente fondamentale per poter partire da un punto preciso con le politiche di sviluppo – ha detto Giordano Pascucci, presidente della Cia – tenendo conto dei tre elementi guida sui quali si basa il programma che, però, dovranno trovare un’integrazione fra di loro perché solo così potremo portare valore alla montagna".

LE RISORSE REGIONALI
Notevoli gli interventi della Regione nei settori chiave dello sviluppo.
Il Piano sanitario riserva un fondo speciale di otto milioni e mezzo per ciascun anno del triennio 2005-2007, incrementato dalla Giunta Regionale di oltre seicentomila euro annui per garantire la continuità degli interventi rispetto al triennio precedente nelle zone montane dell’Amiata grossetano e senese. 

2 milioni di euro l’anno per tre anni a partire dal 2006,  poi, messi a disposizione dalla Regione per la scuola, in particolare per l’edilizia scolastica dei piccoli comuni montani: il finanziamento ha impedito la chiusura di 16 scuole e consentito ad altre di effettuare lavori di ampliamento e ristrutturazione. Per i piccolissimi e le loro famiglie c’è l’impegno al potenziamento della rete degli asili nido, per cui la Regione ha stanziato nel 2006 circa 11 milioni di euro, privilegiando i comuni senza servizi. A questi si sono aggiunti, per il 2006, 500 mila euro per realizzare il Progetto ragnatela, che prevede la creazione di piccolissimi nidi domiciliari, per un massimo di 5 bambini, collegati alle sedi dei centri più grandi per evitare faticosi e spesso impossibili spostamenti. Per il 2007 si pensa a rifinanziare il progetto per l’intero territorio regionale.

Anche l’accessibilità ai servizi è un aspetto fondamentale della  qualità della vita nei territori montani: il Piano Regionale del Trasporto pubblico locale, in corso di definizione, punta a garantire trasporti ad orario programmato  e progettino in maniera accurata i nodi di scambio con le principali linee ferroviarie e di autobus per realizzare l’effettiva coincidenza oraria. Si intende incentivare anche forme di trasporto pubblico a domanda e con modalità innovative. Quanto ai servizi ferroviari entro dicembre 2007 sarà attivato l’intervento di riorganizzazione del servizio Firenze-Faenza via Vaglia e Firenze-Pontassieve-Borgo San Lorenzo, con una spesa aggiuntiva di  2,8   milioni di euro per anno a carico del bilancio regionale.

Il settore turistico, per la montagna rappresenta una risorsa importantissima, dal punto di vista sia economico che sociale e che ha visto salire il numero delle presenze registrando nel 2006 circa 1.050.000 unità, con un incremento del 2%, con +1,8% di italiani e +2,4% di stranieri sul 2005. Escursionismo e cicloturismo, le forme di turismo che meglio si adattano sia alla necessità di rispettare l’ecosistema della montagna che alla volontà di far conoscere e valorizzare le produzioni locali.

Fondamentale poi il ruolo che le aree montane giocano nella produzione di energia da biomasse vegetali. Dopo una prima fase sperimentale, la Regione ha già destinato 4 milioni di euro alla realizzazione di impianti pubblici di teleriscaldamento (i fondi serviranno a riscaldare 1.300 abitazioni e 25 tra scuole, ospedali, uffici) e promuoverà l’avvio di esperienze analoghe sia nel settore pubblico che in quello privato con le apposite misure inserite nel nuovo Piano di sviluppo rurale. L’obiettivo è di  offrire agli agricoltori una opportunità di diversificazione delle proprie attività utilizzando i residui di sfoltimenti e potature. Si tratta di un percorso già ben impiantato grazie all’avvio di una serie di  impianti pilota sperimentali a Rincine (Rufina), a  Fivizzano (Massa), a Loro Ciuffenna (Ar), a Camporgiano (Lucca), a Monticiano e presto anche a Casole d’Elsa (Siena). Nei mesi scorsi è stato inaugurato il primo impianto che riscalda un intero paese, quello di Cetica, in Casentino, presto toccherà a Pomino, nella montagna fiorentina, e successivamente a vari altri centri della Lunigiana, della Garfagnana, dell’Amiata, del Casentino.

Il Piano regionale di azione ambientale (Praa), attualmente all’attenzione del Consiglio, prevede una molteplicità di interventi-chiave che hanno una ricaduta diretta sui territori collinari e montani. Si va dalla tutela della risorsa idrica, che è una delle sfide principali per la sostenibilità, allo sviluppo delle energie rinnovabili (mini-idro, eolico, biomasse, solare) che hanno in montagna un contesto particolarmente “vocato”, dalla tutela e valorizzazione delle aree protette e della biodiversità, che può offrire grosse opportunità alla riduzione del rischio idrogeologico e della difesa del suolo. Da menzionare anche gli interventi per la sostenibilità dei rifiuti, la cui gestione in montagna è più complessa che nel resto del territorio.

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