Agricoltura toscana tra alti e bassi

Preoccupazione per l’agricoltura toscana in seguito ai dati pubblicati dall’IRPET relativi al 2006.  Secondo un’indagine condotta su 500 aziende agricole toscane il 2006 ha fatto registrare una contrazione del fatturato del 3% rispetto ai dati del 2005. In Toscana si è assistito, da un lato, ad una riduzione delle produzioni pari all’1,7% e dall’altro ad una diminuzione dei prezzi di vendita (-1,5%), che ha interessato tutti i settori produttivi, e un incremento generalizzato (+8%) dei costi di produzione, in tutte le tipologie di aziende.
Questi risultati sono motivati principalmente dalla specificità del comparto agricolo e dall’aleatorietà dell’andamento stagionale, ma anche dagli effetti indotti sul territorio dalla riforma della PAC e dalla crescente globalizzazione dei mercati che spinge l’industria di trasformazione ad approvvigionarsi sui mercati maggiormente concorrenziali. L’indagine IRPET, inoltre,  ha messo in evidenza alcuni aspetti importanti dell’intero comparto agricolo:
le produzioni di qualità interessano ben il 35% delle aziende toscane, soprattutto nei settori della viticoltura, dell’olivicoltura e della frutticoltura; l’incidenza sul fatturato del mercato locale-regionale è prevalente (oltre il 60% del totale), mentre solo il 2% del fatturato deriva da vendite all’estero. Tutto questo è dovuto a uno scarso attivismo sul piano promozionale; meno del 10% delle aziende, infatti, fa ricorso a iniziative promozionali, e solo il 30% conosce i contributi pubblici orientati a tali attività. Nonostante alcune incertezze le aziende più consolidate hanno continuato ad investire in macchinari (39%), nell’acquisto o ammodernamento dei magazzini (15,3%), in terreni (10%), in fabbricati residenziali (17,3%).

Marta Santopolo

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