Per il Sangiovese di Romagna sono in arrivo le sottozone

Sono in arrivo le “sottozone” per il Sangiovese di Romagna. Una decisione cruciale per lo sviluppo dell’enologia romagnola, che viene salutata con particolare entusiasmo dall’Associazione per la promozione del Sangiovese di Predappio e territori limitrofi.

Commenti positivi dal Consorzio – “Dopo lunghi preliminari, durati un paio d’anni, il Consorzio Vini di Romagna è riuscito nell’arduo intento di sanare le discordie esistenti fra le ‘zone’ prescelte – commenta Giuseppe Nicolucci, presidente dell’Associazione. “A breve si andrà quindi a formalizzare ufficialmente la nascita delle sottozone per il Sangiovese di Romagna con gli enti preposti: Camera di commercio, Province, Consorzio di Tutela”. La nascita delle sottozone permetterà di individuare cinque zone altamente vocate alla produzione di Sangiovese che esprimono assolutamente il meglio dell’enologia romagnola: Predappio, Bertinoro, Faenza, Imola, Alto riminese. Il vino non si chiamerà più quindi, semplicemente, Sangiovese di Romagna DOC, ma anche “Sangiovese di Predappio”, o “Sangiovese di Bertinoro” e così via, in modo da sottolineare, già nel nome, la tipicità e originalità del Sangiovese di ciascuna sottozona.

Cosa cambia – Per ogni sottozona verrà stabilito ufficialmente l’area (che non rispetterà i confini dei comuni citati, ma si estenderà alle zone immediatamente limitrofe con analoghe tipologie produttive), gli indici di produzione, i regolamenti. I confini delle sottozone in bassa collina inizieranno al di sopra della via Emilia in corrispondenza della Doc Sangiovese di Romagna già esistente; questo al fine di avere un terroir  per quanto possibile omogeneo nell’espressione della tipicità.

Vino e terroir – “L’identificazione delle ‘sottozone’ è un grande riconoscimento della tipologia produttiva qualificata e storica delle zone collinari romagnole, che esprimeranno sempre più tramite i loro vini un messaggio di antiche tradizioni e di storia del territorio. Perché non c’è vino senza un suo terroir, e non c’è terroir senza una sua storia” commenta soddisfatto Giuseppe Nicolucci. “E la memoria va a Caio Appio, console romano, viticoltore e fondatore di Predappio nel 3° secolo a.c.; a Galla Placidia, figlia del grande Teodorico, frequentatrice di Bertinoro e dei suoi vini; al celebre "Mucchio Selvaggio" citato da Dante nella Divina Commedia, dove si racconta che i forlivesi, stanchi dell’oppressione  francese, fecero ubriacare i soldati francesi col Sanguis Jovis (nome di allora del sangiovese) e li sterminarono tutti. Sangue romagnolo non mente!”
 
La scheda tecnica del Sangiovese di Romagna Doc delle sottozone – Zone collinari altamente vocate e storiche per il vitigno sangiovese, preferibilmente clone R24 ritenuto autoctono della  Romagna. Terreni di buona tessitura e scheletro che permettono un efficace azione drenante all’acqua, onde eliminare ristagni di umidità. Composti principalmente da crete mature; ottima esposizione al sole sud – sud/est. Caratteristiche di terroir che concorrono unitamente alla rese di uva per ettaro ( 60/70 ql.) ad ottenere un prodotto equilibrato di zuccheri, acidi ed ottimo corredo tannico. I vini ottenuti sono quindi di grande struttura e complessità con gradazioni alcoliche di rilievo ben superiori ai 12% di alcol. Un buon affinamento in idonee botti di rovere contribuisce alle trasformazioni dell’acidità, dei tannini, e del colore; rendendo al vino un rosso rubino intenso con orli violacei per evolvere al granato con l’evoluzione. Evoluti anche i profumi: di viola,rosa melograno,ciliegia,prugna frutta secca e impronta speziata delicata. Grazie all’interazione con il rovere il sangiovese risulterà al palato caldo,morbido, con tannini vellutati dall’ affinamento in legno e sapido, di buona persistenza e struttura.

 

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