Agricoltura senese in ginocchio, troppa burocrazia e pochi servizi stritolano le aziende

L’agricoltura senese si riscopre in ginocchio e le vicende legate al vino, sempre più allarmanti giorno dopo giorno, contribuiscono a rendere più nebuloso il futuro del settore. A picco i redditi degli agricoltori, basti ricordare – come è emerso durante l’assemblea provinciale della Confederazione italiana agricoltori di Siena, che si è tenuta quest’oggi – che dal 2000 al 2008 il reddito di ogni agricoltore sia diminuito del 18,2%, mentre nello stesso periodo quello dei colleghi europei è aumentato del 16,2%, per una differenza di circa il 35% pur con le stesse politiche comunitarie.

Le criticità – Troppa burocrazia, le aziende agricole dedicano 100 giorni all’anno per risolvere le pratiche amministrative e burocratiche anziché per lavorare nei campi. “E’ un momento molto difficile per l’agricoltura senese e per il settore in generale – sottolinea Roberto Bartolini, presidente della Cia Siena – e le vicende legate al mondo del vino non fanno che aggravare la situazione. Problemi legati alla crisi dei comparti produttivi, dalla zootecnia ai cereali; le difficoltà sul mercato, legate alla minore possibilità di acquisto delle famiglie e annesso calo dei consumi, elevati costi di produzione degli agricoltori, a cominciare dal gasolio, ma anche dei sementi, fertilizzanti, che hanno avuto aumenti considerevoli”. Insomma un quadro negativo?  “Le nostre aziende devono poi fare i conti con una burocrazia che rallenta gli investimenti – aggiunge Bartolini – in momento in cui con l’attuazione del Piano di sviluppo rurale ci sarebbe invece bisogno di più semplificazione amministrativa. E’ necessario poi intervenire sugli strumenti locali di pianificazione, forse un po’ troppo punitivi, e risolvere una volta per tutte il problema dei danni provocati dagli ungulati”.

Emergenza idrica – Inoltre, nonostante le piogge degli ultimi giorni la gestione della risorsa idrica resta una priorità per gran parte della nostra agricoltura. E emerge la mancanza di servizi per gli agricoltori, in provincia di Siena mancano i mattatoi. Infine Bartolini ha fatto notare come fra le istituzioni, i sindaci della provincia siano spesso “distratti” quando si parla di agricoltura. All’assemblea, ad esempio, presente il solo sindaco di Montalcino, Maurizio Buffi. Comunanza di intenti e di vedute con la Cia da parte dell’Unione provinciale agricoltori che ha partecipato all’assemblea: “I problemi sono comuni a tutta l’agricoltura”.

Le indagini sul vino – Dopo le vicende sul Brunello, anche se è ancora in corso l’inchiesta della Magistratura, negli ultimi giorni ecco le indagini che riguardano il Nobile di Montepulciano e la Vernaccia di San Gimignano. “Auspico che si faccia alla svelta con le indagini – ha commentato l’onorevole senese Susanna Cenni – i produttori devono fare sentire la voce e prendere posizione. I disciplinari o si rispettano o vuol dire che non vanno bene”. Inoltre l’ex assessore regionale all’agricoltura ha ricordato quanto sia importante l’unità delle forze sociali del settore: “Spesso – ha detto Cenni – si privilegia la visibilità personale piuttosto che il risultato complessivo”.

L’assessore – Sui casi del vino ha proseguito l’assessore provinciale all’agricoltura Claudio Galletti: “Non si può fare finta che non sia successo niente – ha detto – c’è già un danno d’immagine, calo delle vendite e crisi in molti mercati. Per pensare ad un rilancio delle nostre Docg ci vuole chiarezza e che i produttori si rimbocchino le maniche con azioni significative”. E i casi non più isolati “fanno pensare che l’intera agricoltura senese e toscana – ha aggiunto Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana – è sotto stretta osservazione. Con le vicende vino – ha concluso – ci stiamo giocando una bella parte di futuro, c’è bisogno dell’impegno di tutti. E’ fondamentale che quando si scrivono i disciplinari vengano poi fedelmente rispettati , per non compromettere la fiducia dei consumatori”.

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