Il Sangiovese difende il territorio ed è amato dai consumatori

Mantenere una spiccata identità territoriale, puntando su una maggiore morbidezza e colore per soddisfare i gusti dei consumatori del vino. E’ questa la nuova sfida del Sangiovese, vitigno principe in Toscana, resa possibile grazie alla ricerca, che in questi anni ha fatto progressi enormi. La percezione dei vini è stato il tema centrale della seconda giornata del Terzo Simposio Internazionale sul Sangiovese, in programma a Firenze (Palazzo dei Congressi) fino a domani, venerdì 5 dicembre, evento organizzato da Regione Toscana e Arsia.

“Re” Sangiovese – “La percezione per un vino è ormai il parametro fondamentale – ha sottolineato Mario Bertuccioli, presidente della Società italiana di scienze sensoriali e docente di Enologia e viticoltura della Facoltà di Agraria di Firenze -, e il Sangiovese ha ormai gli elementi per essere protagonista, grazie agli studi sulla selezione clonale che stanno dando risultati importanti, per arrivare ad una carta di identità chiara e definita: un Sangiovese in cui l’impronta floreale e il fruttato di mora e fragola sono ben distinti”.

I dati – Il Sangiovese in Toscana è sinonimo di vini di alta qualità, basti ricordare che della superficie vitata regionale pari a 62mila ettari, ben il 66% (circa 40mila ettari) è costituito da vitigni di Sangiovese. Un vitigno “popolazione”: sono gli 80 cloni omologati di Sangiovese iscritti all’elenco nazionale e di questi 20 sono i cloni presenti presso il Nucleo di premoltiplicazione viticola della Toscana. Un patrimonio che si è arricchito in questi anni grazie agli investimenti in ricerca e trasferimento dell’innovazione: “Negli ultimi dieci anni  – ricorda Maria Grazia Mammuccini, amministratore Arsia – l’Agenzia ha realizzato ventidue fra bandi di ricerca e progetti territoriali, per un investimento totale di 4milioni e mezzo di euro di cui due terzi finanziati dall’Arsia. Progetti che, fra i molti risultati raggiunti per il mondo del vino toscano, hanno portato alla selezione di 11 nuovi cloni di Sangiovese”.

Aromi che coinvolgono i sensi – Lo studio presentato da Bertuccioli in occasione del Simposio ha evidenziato la riconoscibilità dei vini Sangiovese in base all’odore. “Fra le proprietà sensoriali del vino – ha detto -, quelle aromatiche sono da considerarsi le più rilevanti per l’identificazione del prodotto. Il lavoro ha verificato quindi quanto sono discriminabili i vini Sangiovese rispetto ad altri vini di pregio ottenuti con un solo vitigno in aree vocate>>. Undici i vini selezionati dall’Enoteca Italiana di Siena, fra cui il Chianti Classico, Chianti, Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano, Aglianico del Vulture, Barolo, Primitivo, Nero d’Avola e Negroamaro. Una degustazione – realizzata in collaborazione con Enoteca Italiana – ha poi permesso una valutazione sensoriale dei vini dei terroir: vini a base Sangiovese, Nebbiolo, Pinot noir (Francia), Garnacha (Spagna), Zinfandel (Usa).  

Il programma del 5 dicembre – La giornata conclusiva del Terzo Simposio, domani, venerdì 5 dicembre, (dalle ore 9), si apre con una sessione dedicata Cambiamenti climatici e viticoltura dei terroir; nel pomeriggio (ore 15) chiusura con la tavola rotonda sui Mercati internazionali, comunicazione e preferenze dei consumatori, con la partecipazione del presidente della Regione Toscana, Claudio Martini; Ambrosio, Capo gabinetto del Mipaaf; De Boni Commissione Europea; Ricci Curbastro, presidente FederDoc; Piero Sardo, presidente Fondazione Slow Food per la Biodiversità; Giuliani, consigliere nazionale Ais; Pallanti, presidente Consorzio Chianti Classico; Grechi, presidente Cooperativa vignaioli Morellino di Scansano; Hamrin, ex calciatore di Juventus e Fiorentina, oggi imprenditore vitivinicolo nel Chianti; Lorieri, imprenditore vitivinicolo a Massa e Fiore, enologo.

Gli organizzatori – L’evento è organizzato con il patrocinio della Organisation Internationale de la Vigne et du Vin; del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali; della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome; del Consiglio nazionale delle ricerche; del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura; dell’Accademia dei Georgofili; dell’Accademia italiana della vite e del vino; delle Università degli Studi di Firenze, Pisa e Siena; dell’Enoteca Italiana di Siena; della Società italiana di Scienze sensoriali; dell’Associazione italiana società scientifiche agricole; dell’Assoenologi; della FederDoc; dell’Associazione Città del Vino e dell’Associazione Italiana Sommelier.

Rosanna Paliotta

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