Decreto anti crisi senza l’agricoltura. La denuncia di Andria (Pd)

"Non ci sembra che il Governo intenda assumere su di sé la responsabilità di rivitalizzare e rilanciare il settore primario che rappresenta una delle vocazioni più radicate nel Paese. Ad oggi infatti non si registra alcun intervento razionale ed organico che dia il senso di una vera politica italiana per l’agricoltura e di una effettiva volontà di rilancio competitivo del settore, valorizzando le tante eccellenze del Made in Italy e favorendo una più adeguata attività di promozione". Lo dichiara il senatore del Pd Alfonso Andria, Ministro ombra dell’Agricoltura, intervenendo in Aula sul Decreto anticrisi a nome dei senatori Pd della Commissione Agricoltura. "Nel decreto oggi in esame – sottolinea Andria – non vi è mai citata la parola agricoltura. Eppure il Pd, anche attraverso il Governo ombra, aveva segnalato sin dall’inizio della legislatura, la sofferenza del comparto, ma dal Governo solo vistosi tagli e una sorta di refrattarietà quasi a voler negare l’evidenza della criticità che interessava e interessa il settore". "E’ inverosimile che – afferma ancora Andria – mentre il 30 dicembre 2008 sulla Gazzetta Ufficiale veniva pubblicata la conversione in legge del Decreto sulla competitività del settore agroalimentare, pochi giorni prima approvato dal Parlamento, il 31, cioè il giorno dopo, con il ‘decreto milleproroghe’ il Ministro dell’Economia vi ha apportato modifiche che colpiscono l’agricoltura e la pesca". 

Il decreto – "Il Decreto anti-crisi – ha spiegato poi Andria – interviene su una sola questione che ha afferenza con le competenze del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e dunque delle Commissioni corrispondenti del Senato e della Camera: le disposizioni relative alla determinazione del prelievo erariale unico (cosiddetto PREU) sulle somme giocate con apparecchi per il gioco lecito collegati alla rete telematica dei Monopoli di Stato e al finanziamento dell’UNIRE e del CONI. Lo scopo è di incrementare il montepremi e le provvidenze per l’allevamento dei cavalli e di destinare risorse al CONI e allo stesso UNIRE, in funzione del loro risanamento finanziario e del riassetto dei relativi settori, escludendo le ordinarie esigenze di funzionamento".

Proposte – "Naturalmente – sottolinea Andria – come Gruppo PD riproporremo gli emendamenti relativi all’avvio e al completamento delle opere previste dal Piano Irriguo Nazionale (100 milioni all’anno per il triennio 2009-2011); all’incremento del Fondo di Solidarietà Nazionale (200 milioni all’anno per il triennio 2009-2011); all’ estensione del credito di imposta nel settore agroalimentare a tutto il territorio nazionale (era previsto dalla Finanziaria 2007 alle sole aree svantaggiate); alle incentivazioni per l’imprenditorialità femminile e giovanile; agli sgravi contributivi per le aziende agricole nei territori svantaggiati e nelle aree montane (2009-2011); Fondo per il made in Italy (20 milioni per il 2009, 25 per il 2010 e 25 per il 2011).

Preoccupazione – Conclude il Ministro ombra: "Non nascondiamo la nostra preoccupazione per la superficialità con cui il Governo tratta un tema così centrale nell’economia nazionale come l’agricoltura e per la marginalità del ruolo del Ministero competente che non riesce ad affermare il proprio peso all’interno dell’Esecutivo, a reclamare il rispetto dei diritti del settore primario e ad ottenere riconoscimenti dignitosi anche sotto il profilo dello stanziamento di adeguate risorse".

 

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