Perlage italiano: piccolo boom o aumento da record?

Da anni Cucina e Vini segue con particolare interesse il mondo dello spumante italiano e i dati elaborati da Coldiretti, relativi ad un incremento del 30% delle vendite delle nostre bollicine sul mercato estero non poteva che rallegrarci. Ma la polemica sollevata per l’infausta scelta di Del Noce di accogliere il nuovo anno con le bollicine d’oltralpe unita poi alla lettera di Maurizio Zanella (direttore e deus ex machina di Cà del Bosco) che ci riportava tutti con i piedi per terra ricordando che “nessuno potrà mai far vacillare lo Champagne e metterne in crisi il primato” ci ha spinti ad approfondire i dati forniti da Coldiretti, relativi ai primi mesi del 2008.

L’analisi di Cucina e Vini – “Dalla nostra analisi è emerso – spiega Francesco D’Agostino, vicedirettore del mensile nonché curatore di Bere Spumante – che in realtà quella cospicua percentuale d’incremento è frutto di un accorpamento tra l’export del nostro spumante e la significativa attività di import/export realizzata con lo champagne”. Attività che in termini di percentuale si traduce in un generoso 19,26 % che decurtato dal 30 % iniziale fa emergere che la crescita c’è ma è pari al 10,04 %, un dato indubbiamente positivo ma non così sensazionale da meritarsi una tale eco.

 

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