Terremoto, agronomi e forestali a disposizione della Protezione civile

Il Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali si è messo immediatamente in contatto, inviando un telegramma, con la Protezione Civile offrendo la disponibilità dei propri professionisti degli ordini provinciali dell’Abruzzo perché, attraverso le loro competenze, possano dare un contributo, in termini di risorse umane impiegate e riduzione dei tempi, per il censimento dei danni nei territori rurali colpiti dal terremoto. Il Conaf si è anche immediatamente attivato chiedendo agli ordini professionali dei geometri, degli architetti, dei periti industriali, dei geologi, degli agrotecnici e degli ingegneri, la costituzione di un tavolo tecnico multidisciplinare di aiuto e sostegno alle popolazioni colpite.

Professionisti a disposizione – In particolare, essendo i dottori agronomi e dottori forestali, profondi conoscitori delle zone più distanti dai centri urbani e di tutta la provincia de L’Aquila hanno messo a disposizione la propria professionalità nell’analisi dei danni subiti dalle strutture agricole – stalle, cascinali, abitazioni rurali, poderi –  e anche dalle infrastrutture come gli acquedotti comunali. Questo per evitare, considerata l’emergenza, eventuali rallentamenti nel censimento e disagi anche nei comuni più piccoli e nelle aree rurali più periferiche.

Solidarietà – "Nell’esprimere solidarietà alle popolazioni colpite da questa tremenda tragedia – spiega il Presidente del Conaf Andrea Sisti – i dottori agronomi e i dottori forestali hanno dato piena disponibilità a collaborare alla Protezione Civile in termini di capitale umano da impiegare per fronteggiare, nel più rapido tempo possibile, la fase del censimento dei danni, in modo particolare sul territorio rurale".

Intervento – "Del resto – aggiunge il Consigliere dottore forestale Fabio Palmeri coordinatore del dipartimento di Protezione Civile del Conaf – i territori più distanti e periferici rispetto ai grandi centri urbani, nel tempo, rischiano di subire le conseguenze più gravi e in questo possiamo dare come categoria un contributo in termini di suggerimenti tecnici alla Protezione Civile sia nella fase dell’emergenza che poi in quella della ricostruzione attraverso un’azione coordinata insieme anche agli altri ordini professionali".

Rischio sismico – "Come categoria auspichiamo – conclude Sisti – una volta terminata l’emergenza e il sostegno alle comunità colpite che devono avere la priorità su ogni altra considerazione, che si provveda ad impiegare le risorse stanziate per la ricostruzione, anche in territorio rurale, tenendo assolutamente conto di criteri antisismici poiché, se è vero che i terremoti non si possono prevedere è anche vero che l’Italia è territorio a rischio sismico e quindi dobbiamo, inevitabilmente, tornare a mettere al centro del ragionamento la sicurezza dei territori e delle persone incentivando le costruzioni antisismiche non solo nelle città ma anche nei borghi agricoli che, da un punto di vista edilizio, sono sicuramente in condizioni peggiori dei centri urbani".

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