L’agricoltura senese si divide sulle nomine del Consorzio Agrario

“Il Consorzio Agrario dovrebbe essere al servizio degli agricoltori e dell’unità del mondo agricolo anziché prestarsi ad una politica della divisione. Così rischia di diventare un semplice “commerciante”, nascondendosi dietro alla mutualità ottenuta comunque per decreto alla faccia del resto del sistema cooperativo che se la deve conquistare con i fatti. Il Consorzio dovrebbe invece perseguire le finalità per cui è nato, ovvero operare nell’interesse di tutta l’agricoltura senese e dei propri soci in particolari”. E’ questo il commento di Roberto Bartolini, presidente della Cia Siena, sulle elezioni per il rinnovo delle cariche del Consorzio Agrario di Siena che ha visto l’affermazione delle due liste presentate dalla Coldiretti, che adesso rappresenta contemporaneamente la maggioranza e la minoranza del consiglio e l’esclusione dell’unica lista presentata unitariamente da Cia e Confagricoltura senese. Alla Coldiretti vanno tutti i 12 consiglieri, i 3 sindaci revisori e i 3 probiviri, mentre alle altre due organizzazioni agricole zero rappresentanti. 

L’accusa – “Il Consorzio agrario – prosegue Bartolini – dovrebbe essere la casa di tutti gli agricoltori, ma se lo era poco prima, adesso non lo è più. Coldiretti ha votato le proprie liste di maggioranza e minoranza annullando di fatto la lista di minoranza presentata da Cia e Confagricoltura, calpestando i principi di democrazia, controllo e trasparenza. Anche nelle Società per azioni le  minoranze sono tutelate, ma al Consorzio agrario di Siena questo non avviene. Che ci sia una spaccatura all’interno di Coldiretti visto che hanno votato sia la maggioranza e la minoranza? No, non è così. La risposta – prosegue il presidente della Cia senese – è che non si vuole che le minoranze vigilino sull’operato del Consorzio”. La Cia assicura di voler continuare a vigilare anche da fuori perché non si può lasciare che una struttura fondamentale per il settore agroalimentare non solo per la provincia di Siena, sia lasciata a una sola parte senza contribuire all’unità dell’intero settore anche se al momento non si escludono svolte clamorose, come l’uscita di tutte le aziende associate. “Una struttura come questa – aggiunge  il presidente della Cia – dovrebbe essere al servizio dell’agricoltura senese e puntare ad implementare le adesioni di nuovi soci. Invece i clienti-agricoltori sono oggi di più dei soci-agricoltori: ci vuole un cambio di rotta proprio per fare gli interessi dei soci e favorire una possibilità di crescita. Ad esempio il Consorzio avrebbe dovuto darsi come obiettivo, quello di costruire una filiera del grano, per creare un valore aggiunto che andasse nelle tasche degli agricoltori, mentre si è preferito la logica dell’ammasso”.

Vicenda prevedibile – Secondo la Cia senese, il risultato delle elezioni del Consorzio agrario non è una sorpresa. Un anno fa – ricorda la Cia – ci fu la revoca dell’adesione del Consorzio a Legacoop e a Confcooperative; quindi aderì a Coldiretti, mentre nelle settimane seguenti si rifiutò di aderire a Cia e Confagricoltura, che ne fecero richiesta, pur non condividendone il principio, in seguito dell’entrata in Coldiretti. A livello nazionale ci sono stati altri segnali importanti: a fronte di uno schieramento di undici sigle del mondo agricolo e agroalimentare che ha prodotto documenti importanti come sulla Politica agraria comune, Coldiretti decide di non farne parte “in quanto unico gruppo agricolo nazionale” e definendo gli altri la “cittadella dell’agricoltura”. “Segnali – afferma Bartolini -, che facevano presagire quanto successo oggi con il Consorzio agrario di Siena”.Nei mesi scorsi altri avvertimenti di segno negativo sull’ammissione al Cap di nuovi soci: “Domande di adesione fatte da agricoltori al Cap nel 2007 e 2008 – spiega il presidente -, stimolate anche dalla Cia, perché riteniamo che il Consorzio debba avere una forte base associativa, vengono rimandate di mese in mese, e l’ammissione a soci di queste aziende è avvenuta solo lo scorso 28 febbraio, ovvero 2 mesi soltanto prima delle elezioni, mentre a norma di statuto e codice civile ne occorrono 3 per avere il diritto di voto. Si è tolta così la facoltà di voto, e si è impedito di eleggere i delegati da parte dei nuovi soci, annullando loro un sacrosanto diritto. Tutto ciò per lasciare le cose come stavano – sottolinea Roberto Bartolini -, impedendo alle “minoranze” del Consorzio di rafforzarsi ed esprimere al meglio le proprie idee e proposte e migliorare le strategie e proposte del Cap di Siena, cominciando dalla gestione dello stesso. Era tutto prestabilito – conclude con amarezza il presidente della Cia – altrimenti come avrebbe fatto il Consorzio agrario a partecipare in qualità di socio alla convention romana di Coldiretti di venerdì scorso, e dichiarare tramite il proprio presidente che la struttura era a disposizione di Coldiretti e dei propri progetti?”

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