Gelato Ogm, l’Italia dice “no”alla proteina che annienta il made in Italy

Il gelato non smette mai di stupire: dal gusto alla cipolla, a quello al peperoncino passando da quello alla Vernaccia di San Gimignano. Ogni estate è segnata da gusti strani e innovativi pronti ad appassionare e ad incuriosire gli amanti di quello che rappresenta l’essenza del made in Italy. L’estate de2009 sarà ricordata per il gelato Ogm, cioè il primo gelato che non si scioglie e resta sempre cremoso. Tanti vantaggi ma..a che prezzo?

La vicenda – La Commissione europea ha dato il suo via libera alla multinazionale Unilever che ha prodotto la proteina sintetica – la Isp, Ice Structuring Protein – isolata originariamente da un pesce artico e riprodotta in laboratorio attraverso la fermentazione di un lievito geneticamente modificato. La Isp permette al gelato di essere conservato a temperature bassissime senza perdere la sua cremosità. Ma si tratta pur sempre di un gelato Ogm che dalle prossime settimane sarà venduto nei 27 Paesi dell’Ue. L’azienda produttrice della proteina assicura che i nuovi gelati saranno più dietetici e meno costosi. Gli Italiani però non ci stanno.

La denuncia dell’Adoc –  Ferma l’opposizione dell’Adoc che denuncia "l’ennesimo caso di danno a carico dei consumatori". "No al gelato che non si scioglie – dichiara Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc – l’Unione Europea continua ad adottare politiche a favore esclusivamente delle imprese, ignorando e calpestando i diritti dei consumatori. Autorizzando il commercio del gelato prodotto con la proteina Isp, derivata da un lievito geneticamente modificato che rallenterà il suo scioglimento, e non etichettandolo come prodotto Ogm -spiega Pileri – la Commissione Europea lede il diritto alla corretta informazione dei consumatori, che non potranno sapere che tipo di gelato stanno acquistando e le sue implicazioni sulla loro salute. Non solo, viene arrecato un grave danno anche al Made in Italy e alla sua notevole produzione di gelato artigianale. Dopo l’aranciata senza arance – conclude Pileri – un altro duro colpo al settore alimentare italiano, uno dei pilastri della nostra economia. L’Unione Europea, prima di adottare decisioni di tale portata, dovrebbe ascoltare il parere dei consumatori, e non solo delle multinazionali". Ma la denuncia dell’Adoc va ben oltre il gelato Ogm e investe anche i rincari del gelato artigianale che, quest’estate, lo renderanno quasi indigesto. "Rinfrescarsi con un cono costerà circa il 3% in più del 2008 – avverte l’Adoc – Gli aumenti di prezzo del gelato, acquistabile oggi a 15 euro al chilo contro i 14,50 dell’anno passato e del costo di coni e coppette renderanno ancora più amara l’estate se poi confrontiamo il costo del gelato di oggi rispetto a quello del 2001, c’è da rimanere a bocca aperta: un chilo di gelato costa ben il 61% in più, uno di panna addirittura l’80,6%. Anche se la palma del rincaro più alto registrato va alla coppetta, che in 7 anni ha circa raddoppiato il suo prezzo medio, passando dall’euro e trentacinque del 2001 ai 2,75 euro di oggi, circa il 96% in più."

La protesta di Coldiretti – Il gelato Ogm fa paura a 3 italiani su 4 (il 72 per cento). E’ quanto afferma la Coldiretti, sulla base di una indagine Swg. “Si tratta di un vero “attentato” che – sottolinea la Coldiretti – mette a rischio la credibilità e l’immagine generale del Made in Italy nel mondo dove le esportazioni di gelato sono aumentate del 43 per cento in valore nel primo mese del 2009 dopo che nel 2008 le spedizioni all’estero hanno sfiorato per la prima volta i 200 milioni di euro. Il consumo di gelato annuale è stimato in Italia – continua la Coldiretti – in oltre 15 chili a persona per una spesa di 5 miliardi di euro destinati all’acquisto di coppe, coni, bastoncini e vaschette, dei quali il 60 per cento di tipo artigianale e il 40 per cento industriale. Il gelato, uno degli alimenti più amati dagli italiani, è da sempre uno dei prodotti in cui la genuinità è uno dei tratti caratteristici apprezzati da grandi e bambini, italiani e  stranieri. Una ricerca, quella della genuinità, testimoniata dall’uso di materie prime di stagione nelle diverse regioni d’Italia come il pistacchio di Bronte, il bergamotto in Calabria, l’amarone in Veneto, dalla riscoperta dei sapori della frutta e dal tramonto dei gusti "artificiali", come ad esempio il puffo. Dal gelato acquistato nei negozi, alla moda sempre più diffusa di preparare il gelato in casa con una scelta accurata degli ingredienti, perché gli italiani preferiscono conoscere quello che mangiano,  non si accontentano di surrogati e considerano i cibi con organismi geneticamente modificati meno salutari di quelli genuinamente tradizionali.

Susanna Danisi

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