Città più verdi, serve uno scatto culturale per migliorare la qualità della vita

Un valore dal punto di vista della qualità della vita dei cittadini e da quello sociale. Il verde urbano è e deve essere sempre più al centro di una nuova visione culturale nella progettazione delle città. Lo ha ribadito il Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali (CONAF) a Milano in occasione della tavola rotonda che si è tenuta alla fiera MADEexpo.    «Il verde urbano – ha sottolineato Sabrina Diamanti, consigliere CONAF – non è più secondario rispetto alla cementificazione delle città, ma protagonista della riqualificazione degli spazi. Si deve ricordare che trattando la vegetazione non si parla solo di forme o colori, ma di esseri viventi con caratteristiche, esigenze e proprietà peculiari diverse da specie a specie. La conoscenza di tali aspetti consente al professionista di utilizzare la vegetazione in contesti anche complessi, armonizzandola alle varie situazioni e ottenendo il migliore risultato al minor costo».

Verde è trendy – Ha parlato di verde urbano come ‘tendenza’ che può agevolare una migliore gestione delle città Mattia Busti, consigliere CONAF: «Ci deve essere un coinvolgimento a livello culturale. Il CONAF è attivamente partecipe in tavoli non solo tecnici dove le idee vengono proposte, elaborate e divulgate. La nuova sfida è intorno al ‘verde tecnologico’, ovvero il verde inteso come materiale di costruzione architettonica non solo degli edifici, ma anche elemento di design e di arredo. Oggi vediamo il ‘tavolo prato’ ad esempio – ha detto Busti – una sorta di grande vaso su cui è stato fatto crescere un prato e dove si può mangiare. Ecco c’è una nuova tendenza di design che utilizza elementi vegetali vivi, e in cui la parte tecnica della gestione dell’elemento verde deve essere a cura del dottore agronomo e del dottore forestale».

Esperienze – Ha parlato dell’esperienza della “Primavera Siciliana”, la progettazione e la realizzazione dei “micro-paesaggi di città” Alessia Giglio agronomo dell’Ordine di Catania evidenziando come la componente vegetale giochi un ruolo fondamentale nelle trasformazioni dello “scenario del costruito”. «L’integrazione tra verde e architettura – ha detto Giglio – favorisce la creazione di un rapporto più profondo con il verde, in sintonia con l’ideale di Smart City e Green city, e contribuisce a concepire un ambiente urbano che tenga conto delle esigenze di chi lo abita e ponga al centro dei propri obiettivi il miglioramento della qualità della vita dei cittadini».
Sulla vegetazione per il miglioramento urbano è intervenuto Andrea Di Paolo (Ordine di Modena): «E’ necessario che la progettazione del “verde” sia considerata con uguale dignità delle altre componenti urbanistiche, dal momento che svolge una funzione legata alle esigenze della popolazione, dell’ambiente e del paesaggio. Fra le diverse funzioni che il verde svolge, quella ambientale sta assumendo una valenza maggiore. Sono sempre di più i centri di ricerca, le università, i laboratori che hanno dimostrato che tra le funzioni che il verde svolge, quella ambientale assume una grande importanza». L’Ordine della provincia di Modena ha elaborato uno studio sui casi esemplari italiani ed europei, che hanno introdotto politiche e metodologie procedurali e progettuali interessanti. Un indice urbanistico che considera la possibilità di disporre di un efficace strumento di mitigazione e compensazione ambientale e di valorizzazione paesaggistica; la salvaguardia e l’incremento del microclima e della salute atmosferica; il controllo dell’uso del suolo e dell’utilizzo di acqua; il miglioramento dello spazio di vita per l’essere umano; il miglioramento della qualità delle piante e dell’habitat degli animali. «L’agronomo – ha detto Francesca Oggionni (Ordine di Milano) – riveste non solo il ruolo di indispensabile partner in gruppi interdisciplinari di progettazione, accanto ad altri professionisti, ma svolge un ruolo specifico per esempio nella valutaizone degli aspetti fitoiatrici per la cura del verde e nelle indicazioni di corrette pratiche di manutenzione della vegetazione che cresce in città. Non ultimo l’importante contributo che può venire fornito dagli agronomi nella stima degli impatti delle opere sull’ambiente e nella verifica della sensibilità del territorio aperto aspetto»

L’importanza del verde urbano in cifre:

–    dal 10 al 50% l’energia che gli alberi ci fanno risparmiare per minore esigenza di aria condizionata (Cnr-Fi);
–    fino a 30 kg la quantità di CO2 assorbita ogni anno da una pianta dal diametro di 23-30 cm di tronco (Cnr-Fi);
–    20 gli alberi che servono a compensare l’anidride carbonica prodotta in un anno da una sola autovettura (Cnr-Fi);
–    10 il numero di persone che vive grazie all’ossigeno rilasciato da una pianta adulta (Cnr-Fi); 
–    un ettaro di bosco assorbe, in un anno, la CO2  prodotta da un’autovettura che percorra circa 80.000 km e produce l’ossigeno per 40 persone ogni giorno (Swaagstra, 1996);
–    si può supporre che una pianta adulta possa giornalmente eliminare anidride carbonica  prodotta in una giornata da 1000 metri cubi di volume abitativo. (Chiusoli, 1999)
–    una struttura alberata in prossimità delle strade consente di rimuovere fino al 10% di biossido d’azoto (ed il 15-20% di polveri sottili); (Wesseling, 2004)
–    una superficie di 800 mq con una copertura arborea ed arbustiva del 30% può assorbire     energia per 1,2 milioni di Kcal che riscalderebbero l’ambiente stesso; questa energia equivale a quella necessaria per raffreddare in estate con i condizionatori per 12 ore due case di medie dimensioni (Oke)

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