Olio: obbligo origine in etichetta. Per Zaia giornata storica

“Oggi celebriamo una giornata storica per l’agricoltura italiana: finalmente, dopo una lunga battaglia comunitaria, diventa obbligatoria in tutta Europa l’etichettatura d’origine per l’olio vergine ed extravergine (in allegato la Gazzetta ufficiale relativa). E’ un successo per il nostro Paese, per l’agroalimentare made in Italy, per i consumatori e i produttori e merita di essere ricordato come una pietra miliare della politica agricola comunitaria”. Lo ha detto il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Luca Zaia, che stamane ha partecipato ad Assisi alla celebrazione eucaristica di ringraziamento con tutti i lavoratori dell’olio – svoltasi presso la Basilica Superiore di San Francesco – per salutare  l’entrata in vigore del Regolamento europeo (N.182 del 6 marzo 2009) che rende obbligatoria l’indicazione in etichetta dello Stato membro da cui provengono le olive utilizzate per produrre l’olio vergine ed extravergine. Grazie alla trattativa italiana, da oggi in poi, chi comprerà una bottiglia di olio d’oliva saprà con certezza cosa sta acquistando e sarà pienamente informato sulla provenienza del prodotto.

Assisi – Alla manifestazione di Assisi, organizzata dal Mipaaf insieme ai Frati Francescani della Basilica di S. Francesco, hanno partecipato, fra gli altri,  il vicepresidente della Regione Umbria Carlo Liviantoni, il Sindaco di Assisi Claudio Ricci, l’assessore all’agricoltura pugliese Enzo Russo – che ha salutato la platea in rappresentanza di tutti gli assessori regionali all’agricoltura italiani – alcuni parlamentari italiani e i rappresentanti del mondo agricolo italiano, a partire delle confederazioni agricole e dalla filiera dell’olio, oltre ad alcuni esponenti delle associazioni dei consumatori.

Davanti a San Francesco – Ricevuto dal custode del Sacro Convento Giuseppe Piemontese dinanzi alla Basilica Inferiore, il Ministro Zaia ha spiegato l’importanza della scelta di Assisi: “Abbiamo scelto questa città e la Basilica di San Francesco – ha spiegato Zaia –  perché questo luogo è la culla delle nostre radici culturali e religiose. L’Umbria è una delle più antiche regioni italiane a tradizione olivicola, ma è stata anche la casa di San Francesco, che nel 1939 è diventato patrono del Paese”. “Da allora, davanti alla sua tomba  – ha ricordato Zaia –  arde la lampada alimentata con l’olio dei nostro contadini. Ogni anno una Regione italiana ha l’onore di donare il proprio olio per la lampada votiva, quest’anno l’onore è toccato al mio Veneto”. Accompagnato dalla Signora Lina Trabalza, contadina pugliese che ha dedicato 42 anni della sua vita al lavoro nei campi e alla raccolta delle olive, il Ministro Zaia ha partecipato alla Santa Messa celebrata dal Padre Custode presso la Basilica Superiore di San Francesco e dedicata alle vittime della tragedia di Viareggio. Al termine della Messa,  sul sagrato della Chiesa è stata prodotto l’olio con le olive donate dai padri francescani, che è quindi stato raccolto nell’orcio diventato il primo contenitore etichettato secondo le nuove norme e donato al Padre custode. Infine, il Ministro Zaia ha rinnovato l’olio della lampada votiva nella Cripta del Santo.

Olio simbolo made in Italy – ”Quella odierna – ha concluso il Ministro – è l’occasione giusta per riunire tutto il mondo dell’agricoltura intorno a un prodotto che ne è in qualche modo il simbolo: l’olio è infatti uno dei prodotti più antichi nel Mediterraneo e in qualche modo uno dei primi prodotti tipici del nostro Paese”.  “L’Italia – ha ricordato il Ministro Zaia – è il secondo Paese produttore ed esportatore  di olio d’oliva: abbiamo 1 milione di aziende agricole, 6300 frantoi e 500 varietà di olive autoctone, con 38 DOP e 1IGP. Produciamo qualità e vogliamo dare ai consumatori ciò che ci chiedono: trasparenza nelle informazione e sicurezza”. Una richiesta – ha concluso Zaia –  che giunge con forza anche dal mondo agricolo, che giudica l’indicazione d’origine sull’etichettatura come uno strumento fondamentale per tutelare e valorizzare il ‘made in Italy’ dalle contraffazioni e dall’assalto dell’agropirateria".

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