Controlli sanitari mettono in crisi aziende toscane

Settore agricolo vicino al collasso per la crisi economica? Sarà sempre peggio – sottolinea la Cia Toscana – perché per gli agricoltori toscani sono in arrivo dei nuovi balzelli, ovvero ulteriori controlli sanitari per aziende agricole, e aziende di trasformazione (come cantine o macelli) che equivalgono a costi elevati e tanta burocrazia in più. Anche perché il nuovo decreto introdotto dal Governo (tra l’altro non previsto in questi termini dall’UE) mette di fronte la Regione Toscana, a profonde incertezze sulle modalità del controllo e del contributo che l’azienda si trova a dover pagare. “Non si tiene poi conto dei piccoli produttori” – spiega la Cia Toscana: un’azienda vitivinicola che produce 100 o 5mila ettolitri di vino si trova a dover sborsare la stessa cifra per i controlli sanitari da parte delle Asl. E così ci sono regioni in Italia che non applicano il decreto o lo applicano diversamente, e Aziende sanitarie locali che in alcune province della Toscana hanno già iniziato a richiedere contributi salatissimi da pagare (da 400 a 1.000 euro all’anno per un controllo) .

Preoccupazione – "Così non va – afferma Valentino Vannelli, vicepresidente di Cia Toscana –. Non è possibile che l’impresa agricola toscana debba sostenere nuovi balzelli aggiunti, per altro, in una situazione economica in grave difficoltà". Già dallo scorso febbraio la Cia Toscana aveva chiesto alla Regione Toscana di farsi interprete del disagio dei produttori agricoli chiamati a sostenere nuove spese per i controlli pubblici, il cui ammontare non era neppure adeguato alla tipologia di rischio verificabile. Inoltre, nonostante precise disposizioni di legge, ad oggi i dicasteri interessati non sembrano aver emanato il provvedimento applicativo (previsto dall’art. 10, c. 1, D.Lgs. 194). Nelle more, la Regione Toscana ha emanato delle Linee guida provvisorie conformi col D.Lgs. 194/2008 e, sin dal mese di febbraio 2009, ha evidenziato al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali le difficoltà applicative, sollecitando una revisione di tali norme. Ad oggi non risulta che siano giunti gli auspicati chiarimenti, col risultato che gli operatori agricoli toscani sono chiamati a sostenere le spese per i controlli effettuati da alcune Asl. "Come Cia Toscana sosteniamo la necessità di una revisione del decreto – prosegue Alessandra Alberti responsabile della Cia Toscana per il settore – che ponga fine all’ingiustificato balzello o, in alternativa, stabilisca criteri di pagamento più equi, differenziati per tipologia di produzione e di rischio"."Sollecitiamo la Regione Toscana – conclude Vannelli – a disporre norme che, in attesa dei pronunciamenti governativi, sospendano i pagamenti dei controlli".

La norma – Il Reg. Ce 882/2004 concernente i controlli ufficiali sulla conformità dei mangimi e degli alimenti alle norme in materia di salute e sul benessere degli animali prevede un pagamento, da parte delle imprese agricole, dei costi sostenuti per i controlli ufficiali, che tenga conto “della tipologia di aziende e del relativo fattore di rischio, delle aziende a bassa capacità produttiva, dei metodi tradizionali impiegati per la produzione”. Il D. Lgs. 194/2008 disciplina la materia a livello nazionale, allargando anche agli stabilimenti (aziende) che producono vino, olio, conserve vegetali, prodotti di quarta e quinta gamma (verdure pulite e verdure cotte) l’obbligo di pagare le spese per i controlli sanitari. E tutto ciò senza tener conto delle raccomandazioni comunitarie. In pratica, ciò che la Unione Europea non prevede, è stato incluso dal Legislatore nazionale: un nuovo balzello per l’agricoltura.

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