Profondo rosso per il grano duro. Prossime semine a rischio

“Ormai per il grano duro italiano è ‘profondo rosso’: il crollo dei prezzi, l’impennata vertiginosa dei costi produttivi, contributivi e burocratici, l’invasione di prodotti esteri e operazioni commerciali poco chiare, stanno mettendo a serio rischio l’intero settore. A pochi giorni dall’imminente campagna di semina, molti produttori esprimono dubbi ed incertezze nel continuare l’attività, con il pericolo di pesanti conseguenze dal punto di vista economico, sociale, nonché ambientale, con eventuali pesanti conseguenze dal punto di vista di tenuta idrogeologica del territorio”. Lo ha sostenuto il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi fortemente preoccupato per una situazione che ogni giorno di più si fa drammatica.

Prezzi in picchiata – “I prezzi pagati ai produttori -ha aggiunto Politi- sono in drastica picchiata (13-15 euro al quintale). Addirittura più bassi di venti anni fa, quando le quotazioni erano di 50.000 lire, pari ad euro 25,82. Un taglio, quindi, di quasi il 50 per cento. Non solo. Gli ettari seminati quest’anno sono diminuiti di circa il 30 per cento rispetto al 2008 e c’è il rischio di un ulteriore calo, viste le gravi difficoltà che stanno incontrando i nostri cerealicoltori, scoraggiati da uno scenario che oggi appare senza prospettive”. “Dinanzi a questa crisi, che può mettere fuori mercato tante aziende che oggi sono in grave difficoltà, vanno avanzate a tutti i livelli proposte forti e concrete per la difesa e la valorizzazione del prodotto nazionale. Gli agricoltori, che fanno i conti con costi alle stelle (più 28 per cento rispetto al 2008), attendono -ha sottolineato ancora il presidente della Cia- segnali importanti da subito, a partire dal Piano nazionale cerealicolo”. “Ma occorrono anche -ha rimarcato Politi- nuove regole, certe e trasparenti, sulle importazioni dai Paesi terzi e con esse il rafforzamento dei dazi. Sono indispensabili maggiori controlli alle dogane per rispettare le normative Ue in merito ai parametri qualitativi e sanitari per la merce proveniente dai Paesi extracomunitari”.

 

 

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