Parmigiano Reggiano, cambia lo statuto del Consorzio

Dopo 76 anni di storia, il Consorzio del Parmigiano-Reggiano approda ad innovazioni che rafforzano decisamente il suo ruolo. Dibattito assembleare esteso a tutti i consorziati (e non ai soli delegati provinciali) e possibilità di governare società commerciali rappresentano il fulcro di un ampio pacchetto di riforme statutarie approvate dall’Assemblea generale dei delegati.

Cosa cambia – A testimoniare il fatto che non si tratta di una semplice operazione di “maquillage”, per raggiungere meglio le sue finalità promozionali e di vigilanza il Consorzio da oggi ha la possibilità di partecipare alla costituzione di appositi enti, ovvero società commerciali, delle quali potrà detenere l’intero capitale sociale, nonché di assumere partecipazioni in organismi, società od enti che possano comunque favorire il raggiungimento delle finalità del Consorzio.“Questo significa – spiega il presidente Giuseppe Alai –  che nella sua attività di valorizzazione il Consorzio potrà davvero incidere sul governo della produzione e su quelle dinamiche commerciali che, sino ad oggi, hanno visto in posizione di estrema debolezza i nostri caseifici e i produttori in virtù di una frammentazione dell’offerta che storicamente si è rivelata l’anello più fragile di una catena che appare invece fortissima sul versante della produzione, segnata da livelli di eccellenza qualitativa in costante crescita”. Il passaggio avvenuto all’interno del Consorzio non è peraltro frutto di una scelta del momento. “Se c’era bisogno di una controprova concreta sui risultati che può assicurare un efficace governo della produzione – sottolinea Alai – ebbene, i ritiri effettuati nel 2009 dall’Agea (88.000 forme) e quelli autonomi messi in atto dal Consorzio (66.000 forme per le promozioni sui mercati esteri) si sono rivelati elementi decisivi per la ripresa delle quotazioni, perché insieme al calo della produzione hanno sottratto il 12% del prodotto dal mercato interno, consentendo così anche una crescita dei consumi domestici (+0,8%) e un’ottima intonazione delle esportazioni (+ 7%), tanto che la quota di prodotto destinata ai mercati esteri è salita al 27%”.

Le riforme – Ma le riforme, come si è detto, non si fermano qui. Dal prossimo anno l’Assemblea generale del Consorzio sarà caratterizzata dall’invito alla partecipazione rivolto a tutti i consorziati, e non più ai soli delegati eletti dalle assemblee sezionali provinciali. “Il Consorzio – spiega Alai – per raggiungere i suoi obiettivi ed esercitare efficacemente le sue funzioni ha bisogno della più ampia coesione possibile, che si deve tradurre in coerenti comportamenti da parte di tutti gli associati: la partecipazione corale alle scelte è dunque una precondizione indispensabile per questo fine”. Novità importanti sono state introdotte anche per quanto riguarda i controlli sul prodotto, ed in particolare in relazione alla tracciabilità delle forme declassificate e private dei tradizionali puntini: “così come siamo ora in grado di ricostruire la storia di ogni forma immessa sul mercato (dove e quando è stata prodotta, con quale latte, ecc.) a tutela dei distributori e dei consumatori, analogamente – puntualizza Alai – saremo in grado di seguire il percorso del prodotto non ritenuto corrispondente agli alti standard qualitativi richiesti dal Consorzio, potendo così intervenire nel caso in cui fosse oggetto di tentativi di speculazione o di azioni ingannevoli”. L’Assemblea ha inoltre approvato il prolungamento della durata del mandato per il presidente, che passa da tre a quattro anni pur rimanendo fissato a due il numero dei mandati.

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