La Toscana regala 44 milioni di euro in tre anni ai suoi boschi

Tenere in ordine la montagna e i suoi boschi per ridurre il rischio di frane ed alluvioni in pianura, ma anche per sviluppare una vera economia verde e creare, stabili nel tempo, seicento posti di lavoro.
La giunta ha deciso di investire in tre anni 44 milioni di euro sul proprio patrimonio forestale: 1,2 milioni di ettari, piu’ della meta’ del territorio, che fanno della Toscana la regione con piu’ foreste d’Italia. Lo ha illustrato il presidente della Regione, Enrico Rossi, durante il consueto briefing settimanale con i giornalisti.

Regione virtuosa – “Storicamente i boschi della Toscana sono ben tenuti – ha ricordato -: spendiamo poco, molto meno di altre Regioni, e con ottimi risultati. Vantiamo pure una lunga tradizione di politica di mantenimento ed attenzione: dai granduchi dei Medici al presidente Bar tolini, a cui va il merito di aver creato una rete di associazioni di volontari per la difesa dei boschi. Resta il fatto che la montagna e’ coltivata meno di un tempo. Molti l’abbandonano.  E questo produce ripercussioni negative a valle. Il piano straordinario che mettiamo in campo e’ un provvedimento di green economy a tutto tondo ed aiutera’ anche a rallentare questa fuga:  sv! iluppand o la produzione di energia con le biomasse, promuovendo la selvicoltura ma anche l’attivita’ zootecnica, intervenendo per prevenire futuri dissesti, sviluppando filiere locali del legno e creando in questo modo seicento posti di lavoro, di cui almeno duecento nuovi”.

Programma forestale – I boschi non sono piu’ al riparo da fenomeni di dissesto, anche gravi. Il piano straordinario deciso dalla giunta riguarda il biennio dal 2011 al  2012. Sono 32 milioni in due anni, che si aggiungono ai circa 30 milioni di risorse ordinarie a disposizione ogni anno con il Programma forestale regionale: 10 per le sistemazioni forestali, 6 milioni per lo sviluppo della produzione di energia, altri 6 per la selvicoltura sostenibile, 4 per la promozione dell’attivita’ zootecnica ed ulteriori 6 per la filiera del legno recuperando usi e tradizioni locali. A questi soldi si somma un altro stanziamento, sempre straordinario, di 12 milioni che saranno spesi sulle foreste nel 2010. La Regione coordinera’ gli interventi dei vari enti competenti. 

Soddisfazione della Cia Toscana – "Il pacchetto di interventi contenuti nella Delibera di indirizzo della Regione Toscana, che comprendono difesa del suolo, silvicoltura sostenibile, energia dal bosco, filiere locali, zootecnia in bosco – sottolinea Marco Failoni, presidenza regionale della Cia Toscana –, risponde ad obiettivi condivisibili ed indica linee di azione concrete. La Regione Toscana – aggiunge Failoni – ha ben compreso come per salvaguardare le foreste occorra coniugare interventi di sviluppo che garantiscano reddito e lavoro al settore, con regole certe e rigorose che salvaguardino il valore ambientale insostituibile dei nostri boschi. Stupisce ed amareggia invece – conclude Failoni – quello che si è visto qualche giorno fa nel corso della trasmissione ‘Striscia la notizia’ con un servizio tendenzioso di inaccettabile criminalizzazione del taglio del bosco. Ed indigna anche il comportamento del Ministro Prestigiacomo, la quale nulla ha fatto in questi anni per il settore, che ha deciso di cavalcare in modo irresponsabile il taglio scandalistico del servizio, venendo meno al proprio ruolo istituzionale".

Salvaguardia territorio – Il bosco, secondo la Cia Toscana, ha bisogno di essere “coltivato” per poter essere salvaguardato; tagliare il bosco, seguendo i criteri e le regole della buona silvicoltura, vuol dire rinnovarlo e garantirne la tutela e la crescita. Per dare una prospettiva ai nostri boschi occorre promuovere attività economiche che garantiscano reddito a chi ci vive e ci lavora. <<Nel piano straordinario per le foreste – sostiene il responsabile della Cia Toscana – dovranno essere poste al centro azioni specifiche per il potenziamento ed il sostegno del sistema delle imprese operanti in campo forestale: promozione di consorzi e  forme associative, affidamento della manutenzione del territorio alle imprese locali, accordi di filiera per lo sviluppo della filiera energetica, qualificazione del lavoro e lotta al lavoro nero – conclude Failoni – rappresentano interventi essenziali per il rilancio del settore, senza i quali gli sforzi di investimento rischiano di disperdersi senza creare quella nuova economia sostenibile che rappresenta l’obiettivo della strategia regionale>> 

 

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