Matera, l’Enoteca della discordia. Consorzio: bando da rifare

“Quel bando va annullato e fatto nuovamente, in modo che risponda alle esigenze dei viticoltori materani”. Lo dice Francesco Battifarano, presidente del Consorzio di tutela vini Matera Doc che interviene su agricultura.it sulla querelle con la Provincia di Matera per l’Enoteca provinciale. Un progetto di promozione nato negli anni scorsi, ma che oggi, dopo che l’Amministrazione provinciale materana ha emanato un bando per la gestione della struttura, provoca una piccante polemica nella città dei Sassi. “Con questo bando più che un’enoteca pubblica si vuole fare un ristorante” accusa il Consorzio; “bando nel segno della trasparenza” replica la Provincia.  

Promozione mancata – I produttori vitivinicoli aderenti al Consorzio producono il 76% delle uve Matera Doc e il 100% dei vini Matera Doc (fonte Camera di Commercio di Matera): “Numeri a parte, insieme anche ai produttori non appartenenti al Consorzio – spiega Battifarano – avremmo gradito essere interpellati per poter contribuire alla stesura dello Statuto e del regolamento necessari per creazione e svolgimento delle attività dell’Enoteca provinciale, che ancor prima di essere creata ha già un bando per l’affidamento”. Ed invece: “Il bando – prosegue il presidente del Consorzio – non parla in alcun articolo di quali vini dovrà promuovere, in primis non parla del Matera Doc unico vino della provincia che possa fregiarsi della Denominazione di origine controllata, e non parla neppure dell’Igt Basilicata”. Secondo i soci del Consorzio del Matera Doc l’Enoteca provinciale dovrebbe essere un organismo in cui Provincia e Viticoltori locali valorizzano, “informano, educano, ospitano, fanno degustare e marginalmente vendono i loro prodotti enologici”. “Chi ha scritto il bando ha commesso l’errore – va avanti Battifarano – di ritenere l’Enoteca una attività di commercio e somministrazione, dove fare lucro, più simile ad una enoteca-rivendita di vini o ad un ristorante”. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso del Consorzio “è il sistema di aggiudicazione – sottolinea ad agricultura.it il presidente – che prevede un canone volontario e che crea punteggio meritorio più questo è alto. Ma rispetto ad altri casi di enoteche prese ad esempio – dove c’è un canone di affitto per l’immobile – qui fra i Sassi, la Provincia ha avuto palazzo Acito (prevista sede dell’Enoteca) in comodato gratuito dal Comune per trenta anni. Inoltre, secondo il Consorzio, seppur la Provincia abbia investito 40mila euro per adeguare la struttura “questa non è perfettamente agibile, non arredata e attrezzata per lo scopo”. “Così come è adesso – ci dice Battifarano – non parteciperemo a questo ridicolo e irrealizzabile bando, anzi stiamo studiando di organizzarci al meglio per fare una nostra Enoteca per promuovere come si deve la qualità del vino materano nonché la cultura del buon vino e del bere consapevole”.

La replica della Provincia – Respinge al mittente le accuse l’ente provinciale, e dalla sede di via Ridola si precisa come il “bando per la gestione sia stato formulato nel pieno rispetto dei criteri di trasparenza. In merito al canone volontario – commenta la Provincia – possiamo confermare come questo sia una prassi utilizzata da moltissimi enti per equilibrare gli sforzi economici”. Franco Stella, presidente dell’Amministrazione provinciale aggiunge che “ la gestione del bene pubblico non comporti spese esclusivamente a carico della collettività. Dobbiamo amministrare il bene pubblico in modo trasparente e senza favoritismi, e così sviluppare economie in grado di arricchire l’intera provincia”.

Gli interessi del territorio – “Ma che c’entra la trasparenza”, ribatte il Consorzio. “Noi produttori – aggiunge il presidente Battifarano – vogliamo che il bando permetta la promozione dei nostri vini, invece di questo non se ne parla; non sono state definite le modalità di selezione ed esposizione dei vini; vogliamo sapere se l’Enoteca avrà fini di lucro; quali sono le attività che potrà fare”. Non accettano l’accusa di non volere la trasparenza: “E’ laconico e patetico trincerarsi dietro il bene pubblico quando in questo caso si tratta di interessi leciti e cristallini, di una categoria che persegue la promozione e la conoscenza dei vini del territorio materano. Noi viticoltori – conclude la nota del Consorzio firmata dal presidente Francesco Battifarano, Michele Dragone, Roberto Acinapura, Antonio Ditaranto, Giuseppe Ditaranto, Giuseppe Iacovazzo, Rocco Graziadei, Francesco Marino e Isabella Mininni – vogliamo solo far valere gli interessi del nostro territorio, non abbiamo mai gravato sui conti della collettività, ma creiamo occupazione e ricchezza portando in giro per l’Italia e nel mondo il marchio Matera Doc. Per cui questo bando va stracciato e va riscritto da zero”. Il ping pong fra Consorzio e Provincia è insomma destinato a scrivere altre puntate.

Lorenzo Benocci

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