Nomacorc continua a crescere, nel mondo come in Italia l’aumento delle vendite dei propri tappi co-estrusi per vini fermi ha raggiunto il +15% rispetto al 2009, superando i 220 milioni di pezzi per un fatturato totale di oltre 16 milioni di euro.
I dati – Si tratta di circa il 10% dell’intera produzione italiana, attestata appunto intorno ai due miliardi di bottiglie, mentre Nomacorc ottiene risultati ancora più alti a livello mondiale, dove minori sono gli ostacoli psicologici e burocratici alle chiusure alternative. Nel mondo sono state circa 18 miliardi le bottiglie prodotte nel 2010, di queste 2,2 miliardi sono state chiuse con tappi Nomacorc su un totale di 3,5 miliardi di chiusure sintetiche. Confermando il primato mondiale in questo settore nonostante le difficoltà, che hanno portato addirittura alla chiusura di alcune realtà concorrenti.
Una crescita costante – Nomacorc Italia continua quindi a crescere nonostante i blocchi alle chiusure alternative dei disciplinari delle DOCG, e di alcune DOC, testimoniando come anche i
produttori italiani, una volta capita l’importanza dell’innovazione tecnologica e le differenze tra le varie chiusure sintetiche, comincino a scegliere sempre più diffusamente i prodotti co-estrusi dell’azienda con sede principale negli Stati Uniti e sedi distaccate in Belgio per l’Europa e in Cina per i mercati emergenti orientali.
Il commento – “Il 2011 sarà un anno molto importante per Nomacorc – è il commento di Filippo Peroni, direttore commerciale Italia e Grecia -, con il lancio di Select Series ci apriamo in maniera specifica ai vini di alta gamma. Grazie ai test scientifici effettuati nei nostri centri di ricerca e nelle università di tutto il mondo, sappiamo quanto affidabili sono i nostri tappi e le caratteristiche che possono offrire a ciascun tipo di vino, anche quelli da invecchiamento. I tappi Nomacorc garantiscono anche ai vini migliori la quantità di ossigeno necessaria a diventare bottiglie preziose, senza più preoccuparsi di quante andranno perse a causa del sentore di tappo o di una eccessiva o scarsa ossidazione. In questo processo diventa fondamentale la familiarità con tutti i ritrovati tecnici più moderni, capaci di misurare con precisione e in maniera non invasiva la quantità di ossigeno che rimane in bottiglia dopo la chiusura. Per questo abbiamo messo a punto NomaSense, lo strumento che risponde con facilità e immediatezza proprio a questa esigenza
dell’enologia moderna”.