Api stremate dal caldo riducono i voli. E il miele è a rischio

Le api stremate dal caldo hanno smesso di volare e non svolgono piu’ il prezioso lavoro di trasporto del polline e mettono a rischio la produzione di miele ma con le elevate temperature  il granoturco rischia di appassire, le barbabietole si lessano nei campi aridi e si registra un anticipo di vendemmia fino a quindici giorni ed un raccolto piu’ contenuto, mentre i maiali sono inappetenti e le mucche producono fino al 10 per cento di latte in meno a causa del gran caldo. E’ quanto afferma la Coldiretti che nell’evidenziare gli effetti del grande caldo nei campi sottolinea l’aumento del 60 per cento del numero di incendi boschivi rispetto allo scorso anno e la crescita del 41 per cento anche della superficie totale percorsa dalle fiamme, secondo i dati del Corpo forestale dello Stato relativi alla prima decade di agosto. Se per il contrasto agli incendi è importante l’opera di prevenzione e di sorveglianza degli uomini, dove è possibile nei campi si ricorre a costose irrigazioni per salvare le colture. Il caldo ha però effetti- continua la Coldiretti – anche nel mondo animale con le api che volano meno quando e’ umido e molto caldo e tendono a rimanere a terra senza riuscire piu’ a prendere il polline, secondo la Royal Society for the protection of birds (Rspb) che consiglia di preparare degli “energy drink” con due cucchiai di zucchero e uno di acqua per aiutarle. L’afa e le temperature fino ai 35 gradi hanno tolto l’appetito anche ai maiali che stanno consumando fino al 40 per cento in meno della consueta razione giornaliera di 3,5 kg di mangime, e in questo modo non crescono mentre le mucche nelle stalle sono stressate e producono fino al 10 per cento di latte in meno, rispetto ai circa 30 litri al giorno che vengono munti in periodi normali, secondo la Coldiretti nell’evidenziare una emergenza aggravata notevolmente dall’umidità che, come per le persone, aumenta la sensazione di caldo anche per le mucche. In soccorso nelle stalle sono state allestite – conclude la Coldiretti – doccette, ventole e condizionatori ed utilizzati integratori specifici a base di sali di potassio nell’alimentazione preparata dagli allevatori. 
 
Anche le mucche nella morsa del caldo –  Con il caldo eccezionale di questi ultimi giorni soffrono anche gli animali con le mucche nelle stalle che, stressate dalle alte temperature, producono fino al 10 per cento di latte in meno, rispetto ai circa 30 litri al giorno che vengono munti in periodi normali . E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che la situazione è preoccupante soprattutto nelle aree della pianura padana dove si concentra il maggior numero di allevamenti e il clima torrido sta colpendo senza pietà. Una emergenza – sottolinea la Coldiretti – aggravata notevolmente dall’umidità che, come per persone, aumenta la sensazione di caldo anche per le mucche. Per loro – riferisce la Coldiretti – la temperatura ideale è fra i 22 e i 24 gradi, invece con l’arrivo dell’afa gli animali hanno iniziato a soffrire, mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. In soccorso nelle stalle sono state allestite – riferisce la Coldiretti – doccette, ventole e condizionatori ed utilizzati integratori specifici a base di sali di potassio nell’alimentazione preparata dagli allevatori. Al brusco calo delle produzioni di latte si aggiunge anche – conclude la Coldiretti – un notevole aumento dei consumi di acqua ed energia per far fronte alle necessità di benessere delle mucche colpite dall’afa.
 
 

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