Laghetti e invasi, proroga di un anno in Toscana per mettersi in regola

Le norme ambientali sui piccoli invasi non erano applicabili. Lo aveva sottolineato a più riprese la Cia Toscana e adesso Giunta e Consiglio regionale, accogliendo le preoccupazioni degli agricoltori, hanno fatto slittare al 31 marzo 2013 la “Denuncia di esistenza”. La Giunta ed il Consiglio Regionale – sottolinea la Cia Toscana – ci hanno dato ragione approvando con voto unanime la proposta di legge dell’esecutivo relativa a “Disposizioni urgenti in materia ambientale”, che fa slittare di un anno il termine per la presentazione delle denunce di esistenza di invasi in essere o in corso di realizzazione. Soddisfazione ed apprezzamento da parte di Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana: «Positiva – dice Pascucci – la risposta pronta arrivata dalle istituzioni toscane, anche se occorre immediatamente aprire il tavolo congiunto tra agricoltura ed ambiente, approfittando del tempo della proroga per trovare al più presto soluzioni alternative a quella indicata dalla L.R. 64/09».

Denuncia di esistenza – Il problema riguarda l’attuazione dell’art.11 della Legge – precisa la Cia regionale -, che disciplina le autorizzazioni e l’esercizio degli sbarramenti e dei bacini di accumulo idrico, dettando le norme transitorie per gli invasi esistenti. «Ai gestori o proprietari degli invasi, si chiede a la presentazione di una “denuncia di esistenza” corredata da una rilevante documentazione tecnica – spiega il presidente Pascucci -: un onere burocratico gravoso e costoso, che è insostenibile per gli agricoltori ed in contrasto con la necessità di incoraggiare la manutenzione e la realizzazione di piccoli invasi collinari e montani».

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