Olio, una legge per salvare il made in Italy

Novità in materia di olio per tutelare la qualità made in Italy. E’ quanto stabilisce la proposta di legge salva olio presentata nei giorni scorsi a Roma che prevede scritte in etichetta più grandi, stop ai marchi ingannevoli e al segreto sui nomi delle aziende che importano olio dall’estero, ma anche test della verità probatorio per la classificazione delle caratteristiche qualitative.

Etichette più grandi – Con la proposta si punta a risolvere il problema della scarsa leggibilità delle etichette, che impedisce ai consumatori di conoscere la reale provenienza di quanto portano in tavola. Le lettere della scritta riportante l’origine dell’olio dovranno avere un’altezza minima di 1,5 centimetri ed essere ben visibili rispetto al colore del fondo. Nel caso di miscele di oli di oliva estratti in un altro Stato membro o Paese terzo, la dicitura va preceduta dal termine «miscela», stampato anch’esso in maniera ben evidente rispetto alle altre indicazioni.Per assicurare le caratteristiche qualitative dell’olio è attribuito valore probatorio al panel test che potrà così smascherare gli oli difettosi in commercio. Non potranno essere registrati come marchi d’impresa i segni idonei a ingannare il pubblico sulla provenienza geografica delle materie prime degli oli di oliva vergini e  allo stesso modo sarà vietato anche omettere indicazioni rilevanti circa la zona di origine degli oli di oliva vergini per far credere che le olive utilizzate siano di provenienza diversa da quella effettiva. Ai fini  di favorire la trasparenza verso il consumatore, cade il segreto delle importazioni agroalimentari, con gli uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera che metteranno a disposizione di tutti le informazioni a propria disposizione sull’origine l’origine degli oli di oliva vergini e delle olive che entrano in Italia. La proposta di legge prevede, altresì, norme più restrittive in tema di traffico di perfezionamento attivo, e cioè l’importazione e la lavorazione di oli stranieri nel nostro paese che poi vengono riesportati, anche per committenti stabiliti in Paesi non comunitari. 

Parametro anti frodi – Per evitare il rischio frodi è stato individuato – rilevano Coldiretti, Symbola e Unaprol – anche un preciso parametro che dovrebbe assicurare la qualità dell’olio etichettato come italiano o comunque con denominazioni che evocano il Belpaese. Tali prodotti dovranno presentare “un contenuto in metil esteri degli acidi grassi + etili esteri degli acidi grassi minore o uguale a 30 mg/Kg”, accertato sulla base di appositi controlli. La presenza di metil esteri nell’olio di oliva, infatti, è legata all’azione di un enzima nell’ambito del normale processo di lavorazione delle olive e non costituisce un indizio di cattiva qualità dell’olio. Diversamente, la presenza di un valore elevato di etil esteri è indice di fermentazione e di cattiva conservazione delle olive. Anche le analisi effettuate saranno pubblicate ed aggiornate mensilmente su un’apposita sezione del portale internet del Ministero delle Politiche agricole. La responsabilità penale di eventuali comportamenti illeciti da parte di soggetti verrà estesa all’ente che rappresentano.

Tappo anti-rabbocco – Per garantire la qualità dell’olio d’oliva servito sulle tavole dei ristoranti è stato previsto anche un apposito tappo anti-rabbocco, per evitare il rischio che la bottiglia di extravergine possa essere “allungata” o addirittura riempita ex novo con prodotti che non hanno nulla a che vedere con quello originario. Ma la proposta di legge prevede una stretta anche sui test per verificare le caratteristiche organolettiche degli oli.Oltre all’inserimento in un apposito elenco nazionale, gli assaggiatori dovranno seguire un rigido codice di comportamento, che va dall’astensione dal fumo e dal cibo prima del test fino al divieto di usare profumi e cosmetici il cui odore potrebbe confondere l’analisi del prodotto. Si introduce, infine, una tariffa di incentivazione della produzione di energia elettrica attraverso l’impiego di oli non idonei al consumo umano. La tariffa viene fissata ad un livello tale da garantire il ritorno di investimento per la realizzazione di un impianto, introducendo un prezzo di acquisto dell’olio che sia competitivo rispetto ai valori medi di mercato.

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