Imu, dal Senato una risposta agli agricoltori ma servono ulteriori correzioni

Moderata soddisfazione da parte della Cia Toscana per l’approvazione degli emendamenti al Decreto Legge fiscale (n.16/2012 all’esame del Senato) in cui, per quanto riguarda l’Imu, è stato confermato il percorso stabilito al tavolo fiscale ovvero che il gettito in agricoltura non debba superare per l’anno in corso un contributo aggiuntivo di 135 milioni di euro per i fabbricati rurali ad uso strumentale e di 89 milioni di euro per i terreni riconoscendo, di fatto, le stime e le preoccupazioni avanzate dal mondo agricolo sull’impatto del provvedimento adottato dal Governo.
 
Riconosciute le richieste della Cia – «Così – commenta Giordano Pascucci, presidente Cia Toscana – viene riconosciuto quanto più volte chiesto dalla stessa Cia Toscana, ed al tavolo con il Governo, sull’eccesso del carico Imu richiesto al settore agricolo, queste modifiche sono una prima risposta alla nostra mobilitazione, un primo passo nella direzione di rendere più equa e sostenibile la manovra». La Cia Toscana chiede a questo punto che venga accantonato il comma 5 bis all’art.13 del Decreto Monti in cui si delega ad un apposito decreto ministeriale la rivisitazione delle aree montane e collinari i cui terreni sono esenti dall’Imu.«In questo momento particolarmente difficile – aggiunge Pascucci – non si può gravare con oneri aggiuntivi sulle aziende di queste zone che operano in situazioni di grandi difficoltà e sono un presidio indispensabile per la salvaguardia del territorio». E, inoltre, secondo Pascucci, resta aperta la questione «sulla “spalmatura” del gettito,  sull’entità sia dei coefficienti di rivalutazione che delle aliquote, e – prosegue – sulla introduzione di franchigie, detrazioni ed  ulteriori modulazioni, tutti aspetti sui quali sollecitiamo la Camera dei Deputati ad apportare miglioramenti ed ulteriori correzioni». Infatti, l’aspetto sul quale c’è ancora molto da lavorare, sostiene la Cia Toscana, non è a questo punto della discussione, l’entità del gettito complessivo del settore agricolo ormai determinato, comunque importante e significativo per un settore in forte difficoltà, ma sulla definizione della base imponibile, delle aliquote, delle modalità di applicazione a partire dall’esclusione dei beni strumentali.

La battaglia sull’Imu continua – "La partita non è chiusa. Il nostro impegno va avanti – prosegue Pascucci – non possiamo accettare lo stravolgimento, o meglio il superamento, senza concertazione e senza condivisione,  di alcuni principi fondamentali e strategici per il settore, quali i concetti di “ruralità e di bene strumentale”. Il confronto e l’approfondimento su questi aspetti deve proseguire, per quanto ci riguarda non possiamo accontentarci, conclude Pascucci, di pagare “meno o poco” sui fabbricati adibiti a rimessa attrezzi, magazzini, fienili, cantine, stalle, capanne, pollai, strumenti indispensabili per lo svolgimento delle attività agricole. Questi fabbricati sono da escludere anche per salvaguardare da una parte dei principi fondamentali e per  riportare dall’altra parte la manovra verso criteri di maggiore equità".

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