Nuovo boom, le famiglie spendono più per la benzina che per la tavola

Ormai la “soglia psicologica” dei 2 euro al litro è stata superata. Così, dopo il record del 22 agosto, oggi arriva un nuovo massimo per la benzina, con la “verde” che tocca i 2,013 euro/litro nel Centro Italia, complice il fattore addizionali, e il gasolio che arriva a 1,850 euro/litro soprattutto al Sud. Ma si tratta di aumenti enormi, che non sono assolutamente sostenibili per le tasche delle famiglie, tanto più nel pieno del contro-esodo estivo e con gli sconti dei week-end agli sgoccioli. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.

Bilanci familiari – Rincari così forti generano uno stravolgimento completo nei bilanci familiari. Negli ultimi dodici mesi, infatti, ogni famiglia italiana ha dovuto “sborsare” più per il capitolo trasporti, carburanti ed energia (483 euro al mese) che per cibo e bevande (477 euro al mese), con uno sbilanciamento eccezionale verso auto e bollette a discapito della voce alimentari -spiega la Cia-. Ora il rischio è quello di un ulteriore allargamento della forbice tra queste due sezioni di spesa, con un ennesimo indebolimento dei consumi alimentari, che solo nel 2011 sono crollati del 2 per cento e che quest’anno rischiano un tonfo ancora peggiore. Tra l’altro, gli incrementi dei carburanti “contagiano” in maniera diretta i prezzi di cibo e bevande, trascinandoli in alto, visto che in Italia quasi il 90 per cento dei prodotti agroalimentari viaggia su strada per arrivare dai campi alla tavola. Finora -ricorda la Cia- l’aggravio sulla busta della spesa ha già superato le 20 euro al mese a famiglia, considerando che il costo del trasporto incide sul prezzo finale dei prodotti agroalimentari per il 35-40 per cento.

Agricoltura – Resta drammatica anche la situazione degli agricoltori, che solo a giugno (ultimo dato disponibile) hanno scontato un aumento annuo del 5,5 per cento del gasolio agricolo, che è essenziale per l’alimentazione delle macchine agricole, per l’approvvigionamento dell’acqua, per l’irrigazione dei terreni. Tutte operazioni -conclude la Cia- che sono destinate a pesare ancora di più nei bilanci aziendali di fine estate, quando si farà il conto preciso del prezzo che l’agricoltura sta pagando per la siccità prolungata in termini di aumento dei costi di produzione.

 

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