Cancro kiwi, il Veneto propone contributi per eradicazione

La Giunta veneta ha adottato un provvedimento di disciplina regionale degli indennizzi a favore delle aziende produttrici di kiwi che hanno eradicato le colture per prevenire il diffondersi del cancro batterico dell’Actinidia. L’intervento passerà ora all’esame della competente Commissione consiliare prima della definitiva approvazione.

La proposta – “Proponiamo in sostanza l’apertura dei termini per la presentazione di domande di indennizzo – ha ricordato Manzato – da parte degli imprenditori agricoli le cui aziende  sono state interessate da provvedimenti obbligatori di estirpazione. La procedura sarà quella già utilizzata lo scorso anno per un analogo intervento. Abbiamo infine proposto di finanziare prioritariamente le domande d’indennizzo per i frutteti di actinidia in produzione, in ordine decrescente di superficie estirpata, seguite dalle domande che riguardano frutteti non ancora in produzione”.

Produzione kiwi – La coltivazione di Actinidia in Veneto interessa una superficie complessiva di oltre 3.200 ettari, per una produzione di 76 mila tonnellate e un valore di oltre 40 milioni di euro. Il cancro batterico del kiwi, o Pseudomonas syringae pv. Actinidiae, ha fatto la sua comparsa nel territorio regionale durante il 2010: i suoi attacchi provocano un deperimento delle parti colpite e la successiva morte della pianta. Il batterio si diffonde nell’ambiente in maniera epidemica e, al momento, non vi sono metodi di difesa attiva efficaci per contrastarlo. In seguito alla diffusione della batteriosi, il Ministero per le politiche agricole ha approvato nel 2011 le “Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo o l’eradicazione” della malattia.

Progetto di ricerca – “Come Regione – ha detto ancora Manzato – abbiamo anche aderito al “Progetto di ricerca interregionale sul Cancro batterico del Kiwi”, in base al quale l’Università degli Studi di Udine – Dipartimento di Scienze Agrarie ed Ambientali, condurrà uno studio sulle possibilità di contrasto alla batteriosi, soprattutto in chiave in chiave intravarietale, ossia selezionando piante naturalmente resistenti. Nello stesso tempo la Giunta vietato per tutto l’anno corrente nuovi impianti di actinidia nell’intero territorio regionale.

 

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