Aglianico del Vulture, aziende ed enti insieme per progetto di filiera da 8 milioni di euro

21 aziende tra produttori e trasformatori di uve Aglianico, 4 agriturismi, 6 società di servizi, l’Università degli Studi della Basilicata e 4 partner istituzionali (la Camera di Commercio di Potenza e le Amministrazioni comunali di Barile, Ginestra e Rionero in Vulture): è questa la composizione degli aderenti al PIF (Progetto Integrato di Filiera) “Aglianico del Vulture: Prodotto e Territorio di qualità”, strumento attraverso cui si potranno rafforzare e ampliare le iniziative imprenditoriali rivolte verso modelli organizzativi che superino l’approccio individualistico al mercato produttivo.
I beneficiari, costituendosi in Associazione Temporanea di Scopo, hanno dato ufficialmente il via all’operatività del Pif, che genererà investimenti di poco superiori agli 8 milioni di euro (con un contributo pubblico di circa 4 milioni e 700.000 euro). «Un’occasione storica – l’ha definita Gerardo Giuratrabocchetti, presidente del Consorzio Qui Vulture, capofila del Pif -. Il Progetto è di ampio respiro e ci consentirà di operare un rilancio in grande stile dell’Aglianico del Vulture, in Italia e nel mondo. C’è un’intera filiera che può rinnovarsi e alimentarsi di stimoli nuovi, a partire dalla ricerca (che per il mondo agricolo diventa esigenza fondamentale) per finire alla trasformazione del prodotto e alla sua commercializzazione in loco, grazie al coinvolgimento degli agriturismi. Il nuovo modello porrà i produttori su un piano aggregativo in cui ognuno potrà essere parte integrante del successo dell’intera operazione, e questa è una sfida ulteriore, che ci carica di responsabilità ma ci impone di trovare la sintonia ideale, soprattutto nell’individuazione di modelli di sviluppo efficienti e di un comune linguaggio di comunicazione e promozione».

 

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