Luce, gas e trasporti “mangiano” il 20% dello stipendio. Costi record anche per le aziende agricole

Oggi quasi il 20 per cento dello stipendio se ne va in bollette. Per questo non si può più aspettare: il governo deve affrontare il nodo degli aumenti delle tariffe, soprattutto di energia e gas, che pesano in maniera spropositata sul bilancio delle famiglie. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori. Nell’ultimo anno la quota di spesa media per elettricità, gas, trasporti, combustibili, acqua ha toccato i 483 euro al mese, arrivando a coprire un quinto della spesa complessiva delle famiglie italiane su 30 giorni – osserva la Cia -. Un aumento smisurato che ha costretto i consumatori a “tagliare” risorse destinate ad altre voci, compresi gli alimentari, il cui peso sul budget totale si è ridotto al 19,2 per cento.

Aziende agricole al collasso – Ma i problemi non sono solo quelli delle famiglie – continua la Cia -. Anche le aziende agricole pagano questi continui incrementi soprattutto energetici, che si traducono in un aggravio insostenibile dei costi aziendali. Secondo gli ultimi dati Ismea, solo ad agosto gli agricoltori hanno dovuto “sborsare” il 10,3 per cento in più dell’anno scorso per i beni energetici (energia elettrica +26,2 per cento; carburanti +6,8 per cento). Ma questa corsa dei costi mette a rischio la capacità di fare impresa del settore, che da un lato subisce il crollo dei consumi domestici sul mercato interno e dall’altro non può sostenere investimenti “bloccato” com’è dai rialzi continui degli oneri produttivi.

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