Pil: cresce solo l’agricoltura, ma gli alti costi e la burocrazia strozzano le imprese

“L’agricoltura è l’unico settore che cresce: in termini tendenziali fa registrare, per il secondo trimestre consecutivo, un aumento (più 1,1 per cento) contro un calo generalizzato di industria e servizi. Un dato positivo che, tuttavia, non nasconde le difficoltà delle imprese, sempre più nella morsa degli alti costi produttivi e contributivi e di un’opprimente burocrazia. Con l’aggravante di prezzi sui campi non remunerativi. Questo significa che il mondo agricolo, nonostante il calo congiunturale (meno 2,1 per cento) che è normale per le campagne che scontano processi stagionali, è ancora vitale e ha potenzialità indispensabili per riprendere la strada dello sviluppo”. Lo afferma il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi a commento delle rilevazioni Istat sul Prodotto interno lordo (Pil).

Valore aggiunto – “La crescita tendenziale del valore aggiunto agricolo -sottolinea Politi- è un elemento significativo in un contesto generale di preoccupante crisi. Ciò, tuttavia, non significa che per l’agricoltura sia un cammino spianato. Tutt’altro. Le difficoltà, soprattutto negli ultimi mesi, sono aumentate in maniera esponenziale. E’ il costo di gestione dell’azienda che ha assunto dimensioni allarmanti, mentre i nostri agricoltori vedono i loro redditi ridursi drasticamente, anche a causa dei prezzi sui campi non più remunerativi. Il rincaro del gasolio è ormai divenuto un elemento destabilizzante e sta mettendo ostacoli non indifferenti alle aziende. A questo si aggiungono il gravoso impegno finanziario per l’Imu sui fabbricati rurali e sui terreni agricoli e il costo spaventoso della burocrazia che in un anno ha tolto al comparto più del dieci per cento dei 26,5 miliardi di euro sottratti dagli adempimenti richiesti all’intero sistema imprenditoriale italiano”.

Richieste – “Per questa ragione -aggiunge il presidente della Cia- rinnoviamo le nostre richieste tese a una riduzione degli oneri che oggi gravano sulle imprese. In tal senso sarebbe fondamentale un azzeramento delle accise sul gasolio agricolo non solo per le serre, che ne utilizzano in larga misura, ma per tutte le altre imprese del settore”. “Ribadiamo, quindi, l’esigenza di interventi efficaci per valorizzare e sviluppare l’attività imprenditoriale agricola. Da qui, l’ulteriore invito per una nuova politica agraria nazionale, soprattutto in vista della riforma Pac post 2013”.

 

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