DDL consumo suolo, il via libera dalla Conferenza. Ora diventi legge

“Ieri la Conferenza unificata ha dato il via libera al disegno di legge contro il consumo del suolo. Le Regioni e gli Enti locali hanno ritenuto di fare alcune proposte emendative in larga parte condivisibili. Un primo passaggio istituzionale è stato completato. Questa non può che essere considerata una buona notizia da tutti coloro che credono che la cementificazione dei terreni agricoli del Paese sia un’emergenza nazionale. Ora il nostro obiettivo è quello di proseguire nell’iter previsto, che richiede un ulteriore passaggio a Palazzo Chigi prima del coinvolgimento del Parlamento, per fare in modo che questo provvedimento diventi legge prima della fine dell’attuale legislatura”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania commenta il parere espresso ieri dalla Conferenza unificata sul disegno di legge contro il consumo del suolo, varato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 14 settembre.

Una dichiarazione dell’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno, coordinatore degli assessori regionali all’agricoltura, che insieme ai colleghi all’Ambiente e Paesaggio ed  al Territorio e Urbanistica , in seduta congiunta hanno istruito la proposta di parere alla Conferenza delle Regioni e P.A., discussa e ratificata all’unanimità, e poi portata in Conferenza Unificata che ne ha preso atto nell’ultima seduta.

Stefàno – “Ancora una volta le Regioni hanno dato dimostrazione di serietà e responsabilità, approcciandosi con spirito costruttivo a lavorare su un testo scritto in assoluta autonomia dal Governo. La tempistica con cui abbiamo espresso il parere, peraltro condizionata dalla necessità di una sostanziale riscrittura del testo, è coerente all’iter legislativo previsto dall’ordinamento nazionale”. “Spiace – spiega il coordinatore – l’atteggiamento assunto in queste settimane dal Governo e spiace ancor di più leggere sulla stampa, ancora oggi, dichiarazioni del ministro Catania che considerano tale tempistica una perdita di tempo e non, semmai, una regola della democrazia che, in questo caso, ha consentito di trasformare un intendimento in proposta normativa utile ed attuabile”.  “Sfugge – conclude Stefàno – il perché il Governo nazionale, se considera questo obiettivo una priorità e se tutti i suoi Ministri considerano la materia improcrastinabile (come la consideriamo noi) ma anche assoggettabile a procedure straordinarie, non abbia scelto direttamente, sin dal suo primo esame in Consiglio dei Ministri, la strada della decretazione d’urgenza. Forse la scelta più comoda del ddl, nasconde contraddizioni interne al governo, complessivamente non orientato a legiferare sulla difesa del suolo agricolo, ma solo a lanciare un manifesto in imminenza di scadenze elettorali”.
 

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