Barbagallo (Liguria): «Terra e mare, valori da difendere»

L’anno che sta per concludersi porta con sé luci e ombre sull’agricoltura italiana pronta, però, alle sfide che l’attendono nel 2013: la nuova Pac e le elezioni politiche per la formazione di un nuovo Governo. agricultura.it ha chiesto all’assessore all’agricoltura della Regione Liguria Giovanni Barbagallo un bilancio sull’agricoltura nella sua regione e gli auspici per l’anno che verrà.

1) Assessore Barbagallo, che anno è stato il 2012 per l’agricoltura della sua regione, tracci un breve bilancio.
«L’avvio dell’attuale mandato ha coinciso con l’acuirsi della crisi economico–finanziaria, che ha portato, tra l’altro, ad una fortissima riduzione delle risorse finanziarie nella disponibilità della Regione, da destinare al sostegno dei comparti produttivi. Abbiamo comunque cercato in questi primi due anni e mezzo di continuare a promuovere, nei limiti consentiti da un quadro congiunturale decisamente sfavorevole le nostre attività agricole, investite dalla più profonda crisi economica dal dopoguerra. Infatti, dopo la tendenza ad un progressivo abbandono nei decenni scorsi, le aree agricole in Liguria stanno conoscendo un significativo ritorno di interesse, soprattutto da parte di giovani imprenditori».

2) Quali saranno le iniziative ed azioni previste per il 2013 per il rilancio (o conferme) dell’agricoltura regionale?
«La Regione sta incoraggiando con sostegni mirati questo cambiamento. L’occupazione agricola, anche se i numeri assoluti sono molto contenuti, è cresciuta in questi anni, come dimostrano alcuni dati relativi al Programma di Sviluppo Rurale, che, nel suo ultimo ciclo di programmazione, ha ottenuto significativi risultati in tutti i settori di attività. È un trend che deve essere ulteriormente sviluppato. Il recupero e rilancio dell’ entroterra, passa anche attraverso la promozione dellle produzioni agricole e zootecniche di qualità e per la valorizzazione dell’enogastronomia. La rivitalizzazione dell’entroterra è altresì funzionale alla difesa della Liguria dai rischi di dissesto idrogeologico e dagli incendi boschivi. Sotto quest’ultimo profilo occorre rilevare come i dati in nostro possesso relativi al numero degli incendi ed all’estensione delle superfici percorse dal fuoco, evidenziando un netto calo rispetto al decennio passato, dimostrino il fatto che la linea seguita dall’amministrazione regionale per il potenziamento del Sistema di prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi è quella giusta».

3) In vista delle prossime Politiche, cosa auspica dal nuovo Governo nazionale e cosa chiede per l’agricoltura?
«Per discutere delle prospettive dell’agricoltura ligure alla luce delle difficoltà attuali, evidenziate in modo eloquente dai dati dell’ultimo censimento dell’agricoltura, dal quale è emersa una contrazione sensibile della superficie agricola utilizzata e del numero di aziende, effetto peraltro di un trend pluridecennale che ha interessato l’intero paese, abbiamo organizzato per la prima volta in Liguria la Conferenza regionale dell’agricoltura, intesa quale momento alto di confronto e concertazione dal quale trarre spunto e stimolo per la definire attraverso modalità condivise gli obiettivi e i nuovi indirizzi della politica agricola regionale. Il successo della Conferenza, sia in termini di partecipazione di pubblico, sia di qualità e rappresentatività dei contributi ottenuti, si deve in massima parte agli sforzi organizzativi ed all’impegno profuso per prepararla: nei mesi che l’hanno preceduta, infatti, diversi gruppi di lavoro, costituiti cercando di coinvolgere i soggetti più rappresentativi del mondo agricolo coordinati dagli uffici regionali, hanno elaborato i documenti programmatici serviti quale base di discussione in occasione della Conferenza. Dal dibattito sviluppato nei due giorni della Conferenza è emersa l’esigenza, chiaramente riflessa nel Documento finale condiviso da tutti i partecipanti, di una nuova Governance del territorio rurale, da attuarsi anche attraverso uno strumento legislativo innovativo in grado di rilanciare il settore agricolo della Regione».

4) Il 2013 sarà l’anno che porterà l’agricoltura nella nuova Pac: qual è il ruolo che a suo avviso dovrebbero avere le Regioni e quali interventi e modiche finali auspica sul documento attuale?
«Appena nominato, ho provveduto ad istituire in Liguria il Tavolo permanente di coordinamento in agricoltura con le organizzazioni professionali agricole, il cosiddetto Tavolo verde, estendendone la partecipazione, ed è la prima volta che accade, alle organizzazioni di rappresentanza delle cooperative agricole. Ricordo inoltre l’approvazione della legge regionale n. 7 del 2011 che, sopprimendo le Comunità Montane, fonte di costi divenuti nel tempo sempre meno sostenibili, ne ha razionalizzato le funzioni riassunte in capo alla Regione, ovvero trasferite ad altri soggetti, avendo riguardo, in entrambi i casi, all’esigenza primaria di coniugare le economie di spesa con la continuità dei servizi e dell’attività di presidio del territorio, e di favorire attraverso virtuosi processi di aggregazione promossi a livello locale, la nascita di un nuovo modello organizzativo dei erogazione dei servizi sul territorio.Abbiamo curato con particolare attenzione la promozione dei nostri prodotti tipici, presentandoli nelle prestigiose vetrine nazionali a cui abbiamo partecipato, citando per tutte il Salone del gusto, Vinitaly, Slow Fish ed Euroflora, oltre alle nostre ormai qualificate e consolidate manifestazioni nelle quattro Province Liguri: Liguria da bere, Salone dell’agroalimentare, Pesto e dintorni, Olioliva, Festival dei Fiori, Mityliade, e ad importanti fiere floricole internazionali. La Regione ha altresì incoraggiato il mutamento dei comportamenti alimentari della popolazione orientandoli verso il consumo di prodotti locali e stagionali. Scelte più sane e più economiche sia per i consumatori, sia per chi produce e salvaguarda il territorio. Si tratta di una importante rivoluzione di cui dovrebbero tener conto tutti i soggetti che erogano servizi per conto della pubblica amministrazione. Dal canto suo la Regione, per sostenere nelle mense scolastiche e negli ospedali l’utilizzo di prodotti a “chilometro zero” e favorire lo sviluppo dei Mercati della Terra, ha approvato un anno fa la legge sulla Filiera corta (L. R. 19/2012) proposta dal mio Assessorato. Credere in un consumo di cibo più sano e consapevole vuol dire anche continuare a sostenere gli agriturismi, favorendone gli ulteriori processi di qualificazione, e a valorizzare le fattorie didattiche, fiore all’occhiello della politica regionale di settore, in quanto strumento strategico per avvicinare le giovani generazioni all’agricoltura. La crisi ha colpito fortemente anche il comparto zootecnico, come rapprresentato dal sistema delle associazioni degli allevatori, ai quali la Regione ha cercato di non fare mancare il proprio sostegno, supportando le aziende del territorio con azioni di assistenza tecnica e veterinaria, di controllo genetico della zootecnia, e svolgendo i compiti del programma nazionale per il miglioramento genetico del bestiame ed il controllo della produttività».

5) In conclusione: per il 2013 quali sono i buoni propositi e gli aspetti da migliorare per la “sua” agricoltura?
«Lo Stato dal 2011 ha tagliato del 50% le risorse dedicate a tale comparto inducendo di conseguenza la Regione nell’ultimo biennio ad intervenire in soccorso delle aziende e del sistema con fondi propri ovvero supportando tecnicamente, attraverso gli uffici dell’assessorato presenti sul territorio, percorsi virtuosi di fusione tra organizzazioni locali in vista della costituzione di un unico organismo regionale, in grado di ottimizzare i costi del sistema.Per quanto riguarda il comparto delle Pesca, specifiche criticità sono emerse in reazione all’entrata in vigore di norme europee e nazionali che ne hanno ridotto la libertà di azione, imponendo ai pescatori adempimenti complessi e gravosi, per garantire il cui rispetto è stato introdotto un sistema sanzionatorio particolarmente rigido (licenza a punti) che comporta il rischio di perdita della licenza per accumulo di infrazioni, con norme di difficile applicazione per la particolare tipologia delle imprese che contraddistingue il comparto ligure. L’assessorato alla pesca della Regione Liguria ha altresì provveduto ad istituire, per la prima volta in Liguria, il cosiddetto Tavolo blu, momento centrale di concertazione e di proposta regionale, che vede partecipi i soggetti portatori di interessi del mondo della pesca e del nostro mare.
Il disegno di legge che l’Assessorato all’Agricoltura ha presentato nelle settimane successive in forma di bozza alla Giunta Regionale, dal titolo “Norme per il rilancio dell’agricoltura e della selvicoltura”, si prefigge un duplice obiettivo: quello di favorire il recupero produttivo delle aree a vocazione agricola e silvicola abbandonate o sottoutilizzate, anche attraverso l’aumento della superficie media aziendale, conseguibile tramite la costituzione di unità produttive più ampie ed efficienti, e quello correlato di promuovere in tal modo nuove opportunità occupazionali e di reddito in un settore dalle potenzialità solo parzialmente sfruttate. Un’altra direzione verso la quale l’amministrazione sta volgendo la propria attenzione riguarda la cosiddetta “agricoltura sociale”: avendo sostenuto con successo l’esperienza delle fattorie didattiche vorremmo promuovere lo sviluppo delle “fattorie sociali”. Sebbene non manchino positive esperienze isolate, si pone l’esigenza di adottare un nuovo strumento normativo ad hoc mirante all’inserimento dei disagiati nelle coop agricole, che faccia nascere coop miste tra normodotati e portatori di disabilità; si tratta di valorizzare risorse umane preziose che possono aspirare ad una qualità di vita migliore anche attraverso un impegno diretto nel recupero produttivo delle terre. Il disegno di legge è pronto e sarà presentato a breve alla Giunta Regionale e successivamente sottoposto al Consiglio. Questa strategia per il riequilibrio del territorio ligure sarebbe monca di un elemento essenziale se non fosse stata accompagnata da uno sforzo finanziario quantitativamente rilevante diretto a sostenere gli investimenti delle imprese agricole attraverso le misure del Programma di Sviluppo Rurale. Tramite tali misure, calibrate in funzione delle esigenze rappresentate dal mondo delle aziende, si è cercato, tra l’altro, di incentivare la ricerca e l’innovazione, soprattutto nel campo della floricoltura, particolarmente esposto alle sfide della concorrenza internazionale».

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