Emergenza nitrati, ora gli agricoltori rischiano di perdere i contributi

Risposte sul problema nitrati in agricoltura, non ce ne sono state. Allora è meglio che di questi temi torni ad occuparsene la politica. La pensa così in sintesi l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno, coordinatore  Commissione Politiche agricole della Conferenza Stato-Regioni: Ecco il suo intervento: “Quella dei nitrati – dice -è una questione paradossale: ministri di un governo tecnico chiamati a dare risposta ai problemi dell’agricoltura e dell’Italia non riescono a fare di meglio che creare nuovi problemi al sistema.  Oggi è il turno dei nitrati – aggiunge Stefàno -: oltre a guadagnare la ennesima figuraccia in Europa attraverso una Legge che non è  stata accompagnata da una indispensabile azione di negoziato con la Commissione, porteremo a casa una procedura di infrazione che prospetta all’Italia il pagamento di pesanti sanzioni ed il rischio concreto che i nostri agricoltori perdano i contributi comunitari e, addirittura, debbano restituire quelli già incassati.  Ad ammettere questa ipotesi è il ministero per l’Ambiente con una nota indirizzata alla Conferenza delle Regioni, nella quale riconosce gli errori del governo in fase di adozione e attuazione della norma e chiede oggi alle Regioni di intervenire in aiuto, prospettando la strada della elusione della disposizione scritta male ed approvata con il consenso del governo".
 
Agricoltura penalizzata – "Ancora una volta – prosegue l’assessore Stefàno – le Regioni e gli agricoltori sono penalizzati da una politica autoreferenziale che ha rifiutato il confronto e che è stata condizionata quasi esclusivamente dall’interesse personale di ministri tecnici che hanno cercato, e qualche volta ottenuto, candidature in Parlamento. E che nell’ultimo anno hanno dimenticato di seguire l’iter applicativo delle disposizioni approvate con il loro consenso. Le Regioni più penalizzate sono l’Emilia Romagna, il Veneto, il Piemonte e la Lombardia per le quali, peraltro, vi era una deroga comunitaria che la legge nazionale ha inspiegabilmente cancellato.  Al decreto sviluppo bis, condiviso dal Governo nazionale (Catania in primis), che tutto ha creato tranne che sviluppo e crescita, si aggiunge la nota del Ministero dell’Ambiente che, oltre a prospettare la violazione delle norme, annulla la possibilità che le Regioni possano rivedere, nei tempi tecnici necessari e con le dovute valutazioni tecniche, i propri piani di azione attraverso cui includere finalmente altre zone ad alta vulnerabilità, e condividere con altri soggetti potenzialmente interessati, come l’industria, il peso delle norme di condizionalità. Se questo è il risultato del lavoro dei tecnici – conclude – è bene che la politica si riappropri subito della guida del Paese.”

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