Il regime contabile delle imprese agricole. Speciale o ordinario?

Tempo di scelte per l’imprenditore agricolo: entro i primi mesi dell’anno deve scegliere se rimanere nel regime speciale IVA, oppure entrare nel regime ordinario, quello delle imprese commerciali. Le considerazioni da fare prima di effettuare questa scelta sono tante. L’imprenditore deve intanto accertare quale aliquota IVA applica alla maggior parte dei prodotti in vendita, e qual’é la corrispondente aliquota compensativa, quella cioè che il fisco sconta all’impresa agricola in regime speciale, in cambio della indetraibilità dell’Imposta sugli acquisti. Ad esempio, il vino ha un’aliquota IVA del 21%; la compensativa è il 12,30%. Se rimane nel regime speciale l’IVA dovuta è la differenza tra il 21 ed il 12,30%, indipendentemente dagli acquisti effettuati. Se sceglie il regime ordinario perde il diritto all’aliquota compensativa, quindi, dovrebbe versare il totale dell’IVA 21%, ma potrà recuperare per intero l’IVA sugli acquisti inerenti l’attività. Se l’IVA sostenuta per gli acquisti è rilevante e/o l’imprenditore produce e vende beni ad aliquota IVA bassa, al 4% o anche al 10%, è probabile la convenienza per il regime ordinario. Se sceglie il regime ordinario deve mantenerlo per almeno 3 anni. Fattori che influenzano la scelta sono gli investimenti in beni strumentali o in ristrutturazioni aziendali da realizzare, in aggiunta a quelli già effettuati nei 5 o 10 anni precedenti. Questi ultimi, infatti, possono essere in parte recuperati.

Da Dimensione Agricoltura, febbraio 2013

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