Predazioni del bestiame, in Piemonte 287 mila euro per la prevenzione

Il Piemonte conferma anche per il 2013 lo strumento utile ad affiancare gli allevatori impegnati nell’attuazione di misure di prevenzione contro le predazioni. Mediante delibera della giunta regionale è stato approvato il “Piano regionale di intervento a sostegno dei costi per la difesa del bestiame dalle predazioni da canidi sui pascoli collinari e montani piemontesi” destinando 287 mila euro.

Requisiti – Potranno presentare richiesta di contributo tutti gli allevatori della Regione Piemonte che esercitano il pascolo o l’alpeggio di ovini, caprini, bovini o equini; le domande dovranno pervenire entro l’ 1 luglio 2013 alla Provincia (per i pascoli di collina) o alla Comunità Montana (per i pascoli di montagna).  L’erogazione del premio sarà successiva alla redazione di specifica graduatoria regionale. I danni conseguenti alle predazioni da parte di canidi sui pascoli, in aumento negli ultimi anni, dimostrano l’urgente necessità di rafforzare le misure di prevenzione onde evitare, anche nella stagione che si appresta ad iniziare, di registrare un ulteriore incremento del numero di perdite a danno degli allevatori.

Fenomeno in crescita, necessaria la prevenzione – “L’attenzione nei confronti della problematica legata alle predazioni a danno delle greggi e delle mandrie passa anche attraverso l’azione di prevenzione – spiega l’assessore regionale all’agricoltura Claudio Sacchetto –  Nel corso del 2012 il “Piano regionale di intervento a sostegno dei costi per la difesa del bestiame” -che ha definitivamente sostituito il Premio per il pascolo gestito- ha permesso di finanziare i sistemi di difesa di 176 aziende zootecniche piemontesi. In questo senso vi è grande soddisfazione, d’altro canto non vanno però dimenticati quei gravi episodi in cui non sono state evitate pesanti conseguenze a seguito di attacchi da parte di canidi. Anche quest’anno l’Assessorato all’Agricoltura ha accantonato risorse riservandole agli allevatori che con impegno e spirito di sacrificio portano al pascolo i propri animali. Il fenomeno delle predazioni è incrementato nel corso degli ultimi anni, e la Regione deve sostenere, anche quest’anno, un comparto fondamentale e tradizionale che altrimenti rischia seriamente di essere compromesso, con tutte le ricadute negative in termini economici, occupazionali e di conservazione del territorio montano”.

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