Maltempo, danni alle campagne in Liguria, Versilia e modenese

L’ondata di maltempo abbattutasi con particolare violenza sulla Liguria, sulla Toscana e sull’Emilia Romagna ha causato danni molto ingenti anche all’agricoltura.”. Lo afferma una nota di Confagricoltura, che in queste ore sta monitorando, attraverso le sue sedi territoriali, l’evoluzione della situazione e purtroppo dei danni. Ad Albenga hanno ceduto gli argini del Rio Carenda, allagando tutte le serre delle zone di Baffico, San Giorgio, Prato del Vescovo, Pratogrande e la zona di Campochiesa. Confagricoltura Liguria sottolinea come in più punti della regione siano caduti oltre 330 millimetri di acqua in pochissime ore. A Ponente, nella zona di Ceriana e di Badalucco, movimenti franosi hanno portato via interi uliveti, senza dimenticare i danni alla raccolta delle olive in corso in questi giorni. In Toscana particolarmente colpite sono state  la Versilia e la provincia di Lucca, con danni importanti alle serre e alle strutture. Una frana ha colpito il comune di Serravezza e continua a destare preoccupazione il livello del lago di Massaciuccoli, intorno al quale migliaia di ettari di oliveti, vigneti, frutteti e seminativi sono completamente sott’acqua. Particolarmente critica la situazione in provincia di Modena, dove a un anno e mezzo dal sisma, è nuovamente emergenza dopo la rottura di un argine che avrebbe dovuto contenere le acque del fiume Secchia. Centinaia di persone sfollate, strade bloccate, evacuati i comuni di Bastiglia, Bomporto, San Prospero, Medolla. Abitazioni e campi allagati, con gravissimi danni ai vigneti e ai frutteti. L’incapacità di fronteggiare il maltempo, al di là dell’eccezionalità degli eventi, ormai purtroppo sempre più frequenti, dimostra ancora una volta la necessità di mettere in sicurezza il territorio e di avviare il riassetto idrogeologico del nostro Paese, rivalutando il ruolo che le imprese agricole svolgono nella salvaguardia dell’ambiente e nella tutela dell’ecosistema.

AGRINSIEME EMILIA ROMAGNA – Scarsa manutenzione degli argini e nutrie invasive hanno contribuito alla esondazione del fiume Secchia nel modenese – “Certo, la pioggia è stata abbondante, ma questa volta crediamo che sia stata la diffusa presenza di nutrie su territorio che con le loro tane hanno compromesso gli argini. Un problema che da anni segnaliamo e soprattutto puntiamo il dito su un animalismo troppo rigido che spesso ostacola i piani di cattura di questa specie non autoctona ed estremamente invasiva”. Agrinsieme Emilia Romagna, il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane (che a sua volta ricomprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare)  interviene sui fatti calamitosi che stanno colpendo le popolazioni della provincia di Modena dove migliaia di ettari sono allagati causando danni ingenti ad abitazioni ed alle colture. L’area, infatti, è investita a vigneti specializzati di lambrusco e pere, colture di alto valore. “Stimiamo in diverse milioni il valore dei danni arrecati alle coltivazioni – spiega una nota di Agrinsieme – ma è presto fare un ‘conto’ del disastro. Chiediamo che venga richiesto lo stato di calamità naturale in una zona già martoriata dal terremoto e dove ancora non si è usciti da quella emergenza”. Agrinsieme segnala che anche una scarsa manutenzione degli argini di fiumi come il Secchia ed il Panaro che periodicamente sono soggetti ad ondate di piene.  “Anche in questo caso l’ambientalismo esasperato contrasta operazioni che dovrebbero essere nella norma e che servono invece per consentire un regolare deflusso delle acque – scrive Agrinsieme -. Se a ciò aggiungiamo la forte antropizzazione e la costante ‘erosione’ di terreni agricoli per dar spazio alle edificazioni- sottolinea – Agrinsieme – è chiaro che queste emergenze rischiano di manifestarsi sempre più spesso. Sollecitiamo quindi di incrementare la manutenzione del territorio con interventi straordinari  – conclude la nota – per far fronte anche alle alterazioni climatiche ed i relativi effetti sul territorio”.

CONFEURO: MALTEMPO, GRAVI DANNI ANCHE A CAUSA DELLA MANCATA PREVENZIONE – A subire le conseguenze più gravi del maltempo – dichiara in una nota il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso – sono soprattutto le attività zootecniche e ortofrutticole. E’ ancora inopportuno fare una quantificazione dei danni subiti all’agricoltura italiana anche per il perdurare della pessima situazione meteorologica, ma è possibile sostenere sin da ora che la mancata tutela del paesaggio di questi decenni porterà senza dubbio ad una amplificazione delle difficoltà. La richiesta di un piano nazionale agricolo, più volte ribadita dagli operatori del primario e purtroppo ancora insoddisfatta, dovrà necessariamente contenere degli investimenti volti proprio alla tutela del territorio. Sono infatti queste – conclude Tiso – le premesse fondanti del rilancio del comparto agroalimentare di cui il paese ha assoluto bisogno.

 

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