Rapporto export 2013: saldo commerciale negativo per 6.675 mln di euro

Nel 2013, gli scambi con l’estero dell’agroalimentare italiano hanno mostrato un andamento complessivamente positivo con incrementi, rispetto al 2012, dei flussi in entrata e in uscita. Questo è quanto emerge da un’elaborazione INEA a partire dai dati sul commercio con l’estero pubblicati oggi dall’Istat. Per i “prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca”, si registra, rispetto al 2012, un incremento simile per le esportazioni (+2,6%) e le importazioni dell’Italia (+2,7%), con un saldo commerciale, in leggero peggioramento, che si attesta a -6.675 milioni di euro nel 2013. Migliora, invece, nettamente il deficit della bilancia commerciale per i “prodotti alimentari, bevande e tabacco”, che si è ridotto da oltre 1.200 milioni (2012) a 564 milioni di euro nel 2013. In particolare a dicembre 2013, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, sono tornate a crescere sia le esportazioni (+3,2%) che le importazioni (+4,2%) dei prodotti agricoli, dopo gli andamenti negativi riscontrati nel bimestre precedente. Più significativo è stato, invece, l’incremento registrato nell’ultimo mese del 2013 per gli scambi con l’estero di “prodotti alimentari, bevande e tabacco”; in questo caso le esportazioni, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sono cresciute del 5,9% mentre per le esportazioni l’incremento ha raggiunto il 4,4%.  Ne è derivato un miglioramento per il deficit della bilancia commerciale del settore, che nell’ultimo mese di riferimento si attesta a -76 milioni di euro.

Scambi – L’Unione Europea si conferma il primo partner dell’Italia nell’interscambio di prodotti agricoli con una variazioni positiva dei flussi registrata nel corso del 2013 (+2,1% per l’import e +1,8% per l’export). Tali andamenti hanno prodotto un cambiamento nel disavanzo della bilancia commerciale con l’UE per il settore, che per il 2013 ha raggiunto il valore di 2.550 milioni di euro. Infine, i dati per il solo mese di dicembre indicano una variazione tendenziale positiva dell’1,6% per le esportazioni verso l’UE, rispetto a un +6,6% delle importazioni. Anche il settore dell’industria alimentare, bevande e tabacco ha evidenziato una variazione positiva nel 2013 rispetto 2012 sia per le esportazioni che per le importazioni dall’UE ma, diversamente dal settore agricolo, l’import è cresciuto del 4,5% a fronte di un +2,6% dell’export. Il disavanzo con i Paesi dell’EU si è attestato così sul valore di 4.372 milioni di euro. I dati che si riferiscono al solo mese di dicembre mostrano per le esportazioni una variazione tendenziale sopra la media annuale, con un valore del +7,5%. Le importazioni dall’UE, invece, hanno registrato una variazione positiva del 5,8% rispetto al mese di dicembre del 2012.

CONFEURO: L’AGRICOLTURA SALVA L’EXPORT – I dati Istat sulle esportazioni italiane nel 2013 – dichiara il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso – confermano il grave momento di difficoltà del paese, ma anche il grande potenziale dell’agricoltura italiana. Infatti se è vero che l’export del 2013 ha fatto registrare il risultato peggiore dal 2009 con un calo dello 0,1%, è vero anche che l’agricoltura ha garantito ancora una volta un contenimento dei danni grazie all’incremento delle vendite del 5,3% tendenziale e del 2,6% sui prodotti freschi. Questi dati – conclude Tiso –, per quanto ignorati dalle istituzioni, confermano ancora una volta la differenza tra il mondo agricolo ed altri comparti. Solo una politica miope e spesso ancorata su di un’idea di progresso del tutto errata può scegliere deliberatamente di ignorarli.

CONFAGRICOLTURA: L’AGROALIMENTARE SENTE GIÀ ARIA DI RIPRESA, CON L’EXPORT
CHE ARRIVA ALL’8,6% DI QUELLO COMPLESSIVO DEL PAESE –
“La ripresa del settore agroalimentare sarà quasi esclusivamente giocata sull’export. Il 2013 si conferma l’anno in cui le esportazioni agroalimentari sono cresciute più di quelle totale del Paese, che ha visto anzi una moderata flessione dello 0,1%. Ciò ha fatto sì che la quota di export agroalimentare sul totale sia salita all’8,6%, il valore più elevato da otto anni a questa parte”. Lo sottolinea il Centro Studi di Confagricoltura analizzando i dati sul commercio estero nel 2013. “È il secondo anno consecutivo che l’aumento dell’export agroalimentare è superiore a quello registrato dall’export complessivo (+4,8% il dato del 2013 rispetto a, come sopra citato, un calo dello 0,1% calcolato usando i dati grezzi). Pochi settori produttivi hanno registrato un tasso di crescita analogo o superiore – osserva il CS Confagricoltura -. Non va trascurato l’incremento delle esportazioni di prodotti non trasformati, comparto che in genere ‘soffre’ di più la concorrenza delle importazioni, che sono aumentate del 2,6%, comunque con una performance migliore dell’export complessivo”. La crescita dell’export agroalimentare è progressiva e viene da lontano – evidenzia il CS Confagricoltura – negli ultimi otto anni l’export agroalimentare è aumentato del 50% e quello complessivo del 17,4% circa, con una preoccupante stasi nell’ultimo anno. “Le buone performance dell’export spingono le nostre imprese a proiettarsi sempre più in una dimensione globale, trasformando in opportunità ciò che altri spesso vedono come rischio – conclude Confagricoltura -. In tale ottica, le aziende stanno aumentando i momenti di relazione business oriented con gli operatori esteri e si stanno ponendo in rete per aumentare la propria capacità competitiva in termini di volumi, di servizi e di capacità di promozione”.

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