Sempre più giovani in agricoltura ma aziende Under 35 diminuiscono

“I giovani in agricoltura sono troppo pochi, nonostante cresca l’appeal del settore. Gli iscritti alle facoltà di agraria, in controtendenza con gli altri indirizzi, continuano a crescere in modo costante, così come quelli delle scuole superiori d’indirizzo agrario e dei corsi amatoriali per assaggiatori. E’ un segnale importante di cambio di rotta mentale e culturale”. Lo ha detto il presidente dei giovani di Confagricoltura, Raffaele Maiorano, aprendo i lavori dell’assemblea.

I dati –
Secondo una analisi del Centro Studi di Confagricoltura su dati Unioncamere, l’incidenza degli imprenditori agricoli ‘under 35’ sul totale degli imprenditori del settore iscritti al Registro delle Imprese è passata dal 7,57% del 2010 al 6,94% del 2013. Nello stesso intervallo temporale, la generalità delle imprese agricole è diminuita del 8.66%, mentre quelle condotte da giovani sotto i 35 anni hanno registrato una flessione pressoché doppia (-16,28%). Anche se parte di questo fenomeno è dovuta al superamento dell’età da parte dei conduttori, le imprese agricole condotte da ‘under 35’ iscritte alle Camere di Commercio rappresentano solo il 6,94% del totale.

Due facce della stessa medaglia –
“Sono due facce della stessa medaglia, che vanno assolutamente armonizzate. Attenzione – ha messo in evidenza Maiorano – a non creare un paradosso economico. Alla bella notizia dell’agricoltura che continua a guadagnare terreno sul piano professionali e di performance economica, occorre affiancare misure concrete e semplici, capaci di incoraggiare effettivamente chi vuole fare impresa in agricoltura e chi ha cominciato a farlo”.

Il rinnovamento dell’imprenditoria agricola –
Il centro studi di Confagricoltura conferma che, anche fra le aziende agricole che producono per il mercato, ci sono difficoltà di ricambio generazionale. Il 37,2% delle aziende è condotto da una persona di 65 anni o più; il 72,4% da un ultracinquantenne. E’ necessario, a parere dell’Anga, valorizzare le energie innovative e competitive dei giovani imprenditori, impegnandoci tutti – istituzioni nazionali ed europee e organizzazioni – a motivare e qualificare chi accederà alla professione di imprenditore agricolo.

Verso il futuro –
Le sfide da vincere, oltre quella del ricambio generazionale, sono la lotta alla disoccupazione, la riduzione del deficit agroalimentare nazionale e la crescita dell’esportazione delle eccellenze della nostra agricoltura nel mondo. “Il successo è possibile – conclude Maiorano – a patto che vengano sciolti e semplificati tanti nodi. A partire proprio dall’accesso alla terra ed al credito. La formula per la crescita dell’Italia e l’uscita dalla crisi ha tre semplici ingredienti base: semplificazione, dedizione ed un pizzico di ottimismo”.

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